16 novembre 2009
12 dicembre 2008
06 febbraio 2008
Erasmo Iacovone, attaccante

6 febbraio 1978: Erasmo non c'è più.
3 febbraio 2008: trent’anni dopo. Il coro “Iaco, Iaco, Iacovone” riecheggia ancora e assume un valore simbolico importantissimo perché, tanti di quelli che scandiscono quel nome, Iacovone, non l’hanno mai visto giocare. Il testimone tra generazioni è stato raccolto.
Unica bandiera. Sempre nel tuo ricordo. Ciao, Erasmo.
Era nato il 22 aprile del 1952 a Capracotta, in provincia di Isernia.
Ha giocato solo due stagioni con la maglia più bella del mondo. Arrivò a Taranto grazie ad una operazione da 450 milioni di lire. Un'enormità per un presidente (adesso si direbbe oculato) come Giovanni Fico.
17 reti in 46 partite e un sogno spezzato troppo in fretta.
Erasmo Iacovone, attaccante.
Un attaccante atipico. Statura normale, di testa era prodigioso e i suoi stacchi impressionanti. In campo un lottatore, riservato e timido fuori. Un affetto tenero e sincero ci lega a lui, dopo trent’anni.
Erasmo Iacovone, attaccante.
Quei vecchi Alè Taranto che custodiamo gelosamente come reliquie. O le prime goffe, meravigliose radiocronache di Tv Taranto. O il Corriere del Giorno che non usciva il lunedì. Retaggio di un calcio che non c’è più. E la rabbia che il tempo non riesce a lenire. E la consapevolezza, amara, che ci dovevano pensare noi, tifosi, a reperire le uniche immagini disponibili di Erasmo Iacovone.
Erasmo Iacovone, attaccante.
Taranto-Paternò: 20 ottobre 2003. Partita inguardabile. Prima del match un enorme drappo rossoblu copre una scultura. E’ la statua di Erasmo Iacovone che verrà posizionata alle spalle della curva nord dello stadio che porta il suo nome. Una mega colletta (e il generoso contributo personale del Cav. Gennarini) renderanno possibile l’opera.
Qualche giorno prima, un incidente (nello stesso punto) aveva distrutto la lapide fatta ricostruire da Graziano Gori. Per terra, i cocci dei vasi, i fiori e le sciarpe che i tifosi depongono sulla lapide in memoria del campione. I gruppi organizzati e Gori stesso risistemarono il tutto.
Erasmo Iacovone, attaccante.
Chissà cosa avrà pensato Maria Rosaria, la figlia che Erasmo non ha mai conosciuto, quella sera a Pulsano. Un bagno di folla. Grazie ancora a Tony e a tutti i Vagabonds per i brividi di quella sera.
Erasmo Iacovone, attaccante.
Tivoli, Carpi… Taranto Supporters c’è.
Iaco, unica bandiera. Il piccolo tributo di Taranto Supporters.
Leggi stupide e illiberali non ci hanno permesso di fare come avremmo voluto.
Erasmo Iacovone, attaccante.
Da trent’anni sempre più forte e con tutto il fiato in gola IACO, IACO, IACOVONE
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Erasmo Iacovone, attaccante
Capracotta (Is), 22/04/1952
San Giorgio Jonico (Ta), 06/02/1978
Esordio in rossoblu 31 ottobre 1976, Novara-Taranto (1-1, in gol)
Ultima partita 5 febbraio 1978, Taranto-Cremonese (0-0)
Stagione | Serie | Squadra | Presenze | Reti |
1971 | D | OMI Roma | 25 | 2 |
1972/73 | C | Triestina | 13 | - |
1973/74 | D | Carpi | 32 | 13 |
1974/75 | C | Mantova | 33 | 10 |
1975/76 | C | Mantova | 33 | 10 |
*1976/77 | C | Mantova | 6 | 4 |
**1976/77 | B | Taranto | 27 | 8 |
1977/78 | B | Taranto | 19 | 9 |
** dall'ottobre '76 in poi

Erasmo Iacovone è nato a Capracotta (Isernia) il 22 aprile del 1952.
All'età di 2 anni si è trasferito a Tivoli con la famiglia. Ha debuttato in Serie D con l'OMI Roma a 19 anni dopo aver militato tra le fila dell'Albula di Bagni di Tivoli. Nel novembre 1972 è passato alla Triestina in Serie C, ma non ha avuto successo: dopo i 2 gol in 25 partite con la squadra romana ha collezionato appena 13 presenze senza reti nel capoluogo giuliano. E' stata la stagione successiva, tornato in Serie D nelle file del Carpi, quella in cui il bomber è uscito dal bozzolo, trascinando la squadra alla promozione in C: con le 13 reti messe a segno in 32 partite si è guadagnato l'ingaggio a Mantova, in Serie C.

Fisicamente forte e dotato di buoni fondamentali. A Mantova segna 24 reti in 72 partite. Le insistenze dell'allenatore del Taranto Giovanni Seghedoni, spinto dal consiglio di Bruno Brindani, lo hanno fatto approdare in riva ai due mari, nella campagna acquisti autunnale dell'ottobre del 1976.
E' costato a Giovanni Fico, allora presidente del Taranto, ben 400 milioni di lire che, per quei tempi e per un calciatore di Serie C, era una bella cifra. E' stato preso in comproprietà (130 milioni più la comproprietà dell'ala rossoblu Giorgio Scalcon) e riscattato in un secondo momento.

Esordio in campionato con la maglia rossoblu n° 11 per Iacovone, era il 31 ottobre 1976 e si giocava Novara-Taranto (6a giornata di serie "B"): 1-1 con pareggio su colpo di testa proprio del neo-acquisto Iacovone.
Timido, introverso, schivo e amante della tranquillità delle mura domestiche, Iacovone era umile e "anti-divo" e per questo è entrato subito nelle simpatie dei tifosi. I giornalisti facevano fatica ad "strappargli" qualche parola di bocca perchè odiava le interviste. Non era altissimo ma la sua formidabile elevazione e l'estrema precisione lo rendevano imbattibile e micidiale nei colpi di testa.

In quel campionato ha segnato 8 volte in 27 partite e stava per raggiungere una promettente maturità nel secondo (1977/78), quando la tragedia lo ha fermato. In quel momento era capocannoniere del torneo cadetto, con 9 reti (nessuna su rigore), in coabitazione con Pellegrini del Bari e Palanca del Catanzaro e si diceva che la Fiorentina si stesse interessando a lui. Pochi mesi prima era stato al centro di frenetiche trattative di mercato. Il Pescara si era fatto avanti e il Taranto aveva ingaggiato come sostituto Serato per cederlo a prezzo vantaggioso. Ma all'ultimo momento il direttore sportivo abruzzese, Piero Aggradi, aveva considerato troppo alta la richiesta di 400 milioni, dalla quale peraltro il Taranto non era sceso, puntando al colpo grosso con la Fiorentina e magari alla grande conquista della A, in un campionato che sotto l'Ascoli dei miracoli ancora non aveva espresso valori precisi.
Ha giocato la sua ultima partita il 5 febbraio 1978. Era un Taranto-Cremonese (21a giornata di Serie B) finita 0-0 proprio con il centravanti rossoblu più volte vicinissimo al gol ma puntualmente fermato dalle formidabili parate del bravo portiere Ginulfi, dai legni e da ben due salvataggi miracolosi dei difensori avversari sulla linea di porta.

Erano le 0,40 del lunedì 6 febbraio 1978. Dalla stradina che portava al ristorante "La Masseria" dove si era tenuto uno spettacolo di Oreste Lionello, a pochi chilometri da Taranto, sbucava una Dyane 6 targata Modena: in quel preciso momento, sulla strada provinciale, Marcello Friuli correva a 180 km/h con una Gt 2000 che aveva appena rubato al prof. Giulio Bernardini, noto chirurgo romano trapiantato a Taranto. Correva a fari spenti e fuggiva da una volante della polizia. L'impatto è stato terrificante, il pilota della Dyane è stato sbalzato fuori dall'abitacolo ed è stato ritrovato venti metri più avanti ormai senza vita. La Gt 2000 è finita in un campo girandosi più volte su se stessa, ma procurando al Friuli solo qualche lesione.

Al volante della Dyane c'era Erasmo Iacovone: 26 anni quasi compiuti, centravanti del Taranto e capocannoniere della Serie B, sposato da sette mesi con Paola, una ragazza di Carpi, che da lì a poco lo avrebbe reso padre.
La notte tra il 5 e il 6 febbraio è stata la più lunga. Le voci si sono rincorse alla velocità della luce e già dalle due di mattina l'Ospedale Civile "SS. Annunziata" è stato preso d'assalto da centinaia cittadini, tifosi e non, la maggior parte dei quali erano increduli e convinti si trattasse di uno scherzo: possibilità rafforzata dal fatto che si era negli ultimi giorni di Carnevale e dal fatto che Iacovone aveva avuto un incidente stradale anche l'anno prima. A Pino Catapano, giornalista del "Corriere del Giorno" e corrispondente RAI è stato affidato il compito di svegliare il presidente Fico nel cuore della notte. Quel triste lunedì di febbraio è stato un continuo via-vai di personaggi noti e comuni. Sgomento tra i suoi compagni di squadra: il più sconvolto era il portiere Zelico Petrovic, trattenuto e bloccato a stento per evitare che andasse a farsi giustizia da solo nel tentativo di trovare il pirata della Gt 2000, ricoverato anch'egli al "SS. Annunziata".

I parenti di Iacovone, tra cui suo padre, sono giunti a Taranto lunedì 6 ancora ignari della morte di Erasmo ed hanno appreso la notizia dall'appuntato dei Carabinieri in servizio all'ospedale. Tra loro mancava sua moglie Paola, incinta, a cui il medico aveva sconsigliato il lungo e straziante viaggio da Carpi.
I funerali si sono svolti martedì 7 febbraio, in chiesa prima (la San Roberto Bellarmino) e al "Salinella" poi, lo stadio che aveva consacrato Iacovone beniamino della tifoseria rossoblu. Due ore di commozione intensa: un omaggio, l'ultimo, affettuoso e straziante. Sono state calcolate circa 15.000 presenze allo stadio, nonostante il giorno feriale e l'inclemenza del tempo con la pioggia che cadde copiosa su Taranto.

Nelle parole del presidente Fico, l'impegno per un ultimo gesto: "Perdonaci Erasmo. Considero tutti i miei giocatori come figli, e tu eri il migliore. Il cielo ha voluto sottrarti a noi, ma tu rimarrai sempre vivo nel nostro cuore. In questo momento esprimo l'impegno a far intitolare al tuo nome questo stadio". Negli occhi della gente c'era lo strazio per una giovane vita stroncata, ma anche l'amarezza per la consapevolezza di un sogno che svaniva quasi inevitabilmente. Iacovone, con i suoi gol stava facendo sognare tutta la città. "Con lui, se non quest'anno, la promozione sarà possibile l'anno prossimo", diceva la gente, e così si riassume cosa fosse Iacovone per Taranto.

Immediatamente dopo la morte di Erasmo Iacovone, come da promessa del presidente Fico, il 9 febbraio 1978 lo stadio "Salinella" venne intitolato a lui.
Il 20 ottobre 2002 è stata inaugurata una statua in sua memoria. Opera dello scultore Francesco Trani, su volere del Club "Tifo è Amicizia 1991" e di Valentino Gennarini, la statua in bronzo dalle dimensioni naturali (1,75 x 50), è stata realizzata grazie alla vendita di 13 mila tagliandi da 1,50 € l'uno. E' stata posta davanti allo stadio a lui dedicato, all'ingresso del settore "cuore" del tifo rossoblu (la Curva Nord) dopo una breve cerimonia di presentazione del sindaco di Taranto, dello scultore Trani e la tradizionale benedizione.

05 febbraio 2008
Blasi, puoi rimediare

I biglietti venduti, contro la capolista, di gran lunga inferiori alla disponibilità della sola gradinata. Non c'è stata caccia al biglietto. Anzi, se proprio lo vogliamo dire, c'è stata una crisi di rigetto.
L'infelicissima scelta societaria, comunicata come sempre dalle colonne del suo sito internet, ha influito pesantemente su umore e fiducia degli oltre duemila abbonati di curva, squalificati due volte prima dal giudice sportivo, poi dalla società, riabilitati all'ingresso dello Iacovone ma solo dopo i veti e le indecisioni iniziali di coloro che alla fine hanno fortunatamente concesso un diritto che, però, era stato già acquisito e acquistato a prezzo salato ad inizio stagione. La raccolta della carità per un diritto acquisito. L’elemosina di un diritto, insomma, concesso grazie alla benevolenza delle forze dell’ordine dopo patimenti e tira e molla.

1 euro per i settecento circa biglietti di gradinata, 5 euro per i restanti di un settore, la tribuna, completamente diverso dagli altri settori. Diritto di prelazione per gli abbonati di curva nei giorni di mercoledì e giovedì e vendita dei restanti, pochi, biglietti nei giorni successivi fino alla domenica.
Ci sembra una proposta equa in cui il disagio della squalifica della curva viene ripartito tra società e tifosi abbonati di curva. Lanciamo una pietra nello stagno. Ci sono ancora giorni utili per rimediare e, leggendo tra le righe, per Taranto-Arezzo sarà difficile che si ripeta la benevolenza di domenica da parte degli organi preposti.
Basta un po’ di buona volontà e buon senso. Concreto e non a chiacchiere.
Pubblicato da
Daniele Conte
alle
10:26
Etichette: Taranto news
04 febbraio 2008
Salernitana umiliata Agostinelli esonerato

IL CORRIERE DELLO SPORT
Taranto-Salernitana 4-2
TARANTO (4-3-2-1): Barasso 6; D'Alterio 6,5 Pastore 6 (35' st Prosperi sv) Migliaccio 6,5 Colombini 6,5; Cavallo 7 Cejas 6,5 (27' pt Marsili 6) De Falco 7; Zito 6 (18' st Tesser 6, Cutolo 7,5; Plasmati 7,5. A disp.: Faraon, Ascenzi, Sciaudone, Zaccanti. All.: Cari.
SALERNITANA (4-4-2): Pinna 5; Ambrogioni 5 Fusco 5 Cardinale 5 (35' pt Ciarcià 6) Milanese 5 (1' st Piccioni 5,5); Soligo 5,5 Troise 5 Mamede 6 Russo 5,5; Cammarata 5 (1' st Ferraro 6) Di Napoli 6. A disp.: Milan, Coppini, Di Deo, Turienzo. All.: Agostinelli.
ARBITRO: Calvarese di Torino.
Guardalinee: Levato e Granella.
MARCATORI: 1' pt Cejas (T), 32' pt e 47' pt Plasmati (T), 43' pt Cutolo (T), 19' st Di Napoli (S), 41' st Mamede (S).
ESPULSI: Fusco (S) al 33' st per doppia ammonizione.
AMMONITI: Soligo (S), Cardinale (S), Plasmati (T), Mamede (S), De Falco (T).
NOTE: spettatori 3.200 (curva Nord chiusa al pubblico per squalifica). Angoli 7-3 per la Salernitana. Rec.: 2' pt, 3' st
di Michele Pennetti
TARANTO - Uno a zero dopo 32 secondi. Quattro a zero all'intervallo. Una superiorità schiacciante, a tratti imbarazzante (per gli avversari). La capolista addentata, azzannata, ferita, sbranata, colpita con ripetuta ferocia, tremendamente ridimensionata. Non siano d'inganno i due gol della bandiera granata: fanno presa sul tabellino, riducono lo scarto, non cambiano il giudizio. Sull'onda di una frazione iniziale strabiliante, un Taranto mai visto in questa stagione annichilisce la Salernitana. Per induzione riapre il suo campionato, recuperando terreno nella rincorsa alla zona play off, e quello delle squadre che inseguono la testa della classifica.
Prima parola chiave, Plasmati. All'esordio in maglia rossoblù, il centravanti in 45 minuti firma le stesse reti (32' e 47', esecuzioni fredde e precise) che aveva realizzato in più di girone a Foggia. Non solo. Manovra di sponda con i compagni, va in cielo a pettinare continuamente palloni, spalanca spazi per gli inserimenti dei centrocampisti, esalta le qualità di Cutolo nell'uno- due assistendolo sul sublime cucchiaio che vale il 3-0 (43'). L'innesto che occorreva a una squadra dalle polveri bagnate.
Seconda parola chiave, Agostinelli. Il tecnico srotola sul campo una Salernitana ultra- conservativa, con Troise mediano davanti alla linea di retroguardia e Cammarata e Di Napoli abbandonati, là davanti, a supplicare rifornimenti. Sotto dopo 32 secondi, stordita dal siluro di Cejas, una formazione così concepita si consegna a un naufragio annunciato. Anche il presidente della società campana prende atto del tonfo della squadra, anche dal punto di vista tattico, e, a fine partita, scende negli spogliatoi e rimuove Agostinelli dal suo incarico. Il Taranto sfonda da tutte le parti, Cavallo e De Falco spadroneggiano a centrocampo, Cutolo sembra sceso da Marte a mostrare calcio d'alta scuola, nella difesa campana si banchetta a piacimento. I cambi e le mosse in avvio di ripresa permettono agli ospiti di tornare almeno dignitosi. Ma gli squilli di Di Napoli (21') e Mamede (41'), mentre i padroni di casa si ostinano a buttar via occasioni in contropiede, servono unicamente a dimezzare il passivo. Non a cancellare la traccia di una prima della classe con il motore in panne.
TUTTOSPORT
Salerno liquida Agostinelli
La grave sconfitta con il Taranto (4-2) è costata il posto a un tecnico di fama.
Capolista irriconoscibile, Plasmati è il killer che firma una spettacolare doppietta
TARANTO (4-3-2-1): Barasso 7; D’Alterio 7, Pastore 7 (34’ st Prosperi ng), Migliaccio 7, Colombini 7; Cavallo 7.5, Cejas 6.5 (27’ pt Marsili 6.5), De Falco 7; Cutolo 7, Zito 6 (18’ st Tesser 6.5); Plasmati 8. A disp.: Faraon, Ascenzi, Zaccanti, Sciaudone. All.: Cari 7.
SALERNITANA (4-4-2): Pinna 5; Ambrogioni 5, Fusco 4, Troise 5, Milanese 5 (1’ st Piccioni 5); Soligo 5, Mamede 5.5, Cardinale 4 (34’ pt Ciarcià 5), Russo 5; Di Napoli 5, Cammarata 4 (1’ st Ferraro 5). A disp.: Milan, Coppini, Di Deo, Turienzo. All.: Agostinelli 4.5.
ARBITRO: Calvarese di Torino 6.5.
MARCATORI: pt 30 Cejas, 32’ e 46’ Plasmati, 42’ Cutolo (T); st 19’ Fusco, 41’ Mamede (S).
NOTE: ammoniti: Plasmati, De Falco (T), Soligo, Cardinale, Mamede, Fusco (S). Espulso: st 33’ Fusco (S). Angoli: 3-7. Recuperi: pt 2’; st 5’. Spettatori: 2.000 circa, di cui 535 paganti.
TARANTO. Alla ripresa del campionato dopo la sosta di domenica scorsa, un Taranto che non ti aspetti, surclassa la capolista Salernitana e rilancia le sue ambizioni per la conquista di un posto nei play off per la promozione in serie B. Quella dello ”Iacovone” è stata una partita a senso unico letteralmente dominata dalla compagine locale, favorita anche dal fatto di essere passata in vantaggio quando le lancette del cronometro non avevano compiuto che metà del loro primo percorso. Autore della prodezza l’argentino Cejas che su un cross di Cavallo, dal limite dell’area salernitana ha esploso un gran tiro che non ha lasciato scampo all’estremo difensore granata Pinna. Su quel vantaggio, poi, l’undici di Cari ha saputo costruire il suo successo disputando una gara perfetta in cui tutti i reparti hanno funzionato al meglio.
OSPITI FUORI DEL MATCH Di contro la Salernitana, venuta a Taranto con chiare mire difensivistiche allo scopo di uscire dallo ”Iacovone” con un pareggio, colpita anche a freddo dal gol di Cejas, non ha saputo riportarsi in partita restando per tutta la prima frazione di gioco in balia dei rossoblu ionici che non si lasciavano pregare e due volte con il neo acquisto Plasmati ed un’altra con Cutolo realizzavano il prezioso poker che chiudeva il primo tempo.
SALTA IL TECNICO Nella ripresa, il Taranto, forte del grande vantaggio acquisito nella prima frazione di gioco, ha pensato bene di gestire il vantaggio, limitandosi a controllare le sfuriate dei salernitani che, comunque, riuscivano a ridurre lo svantaggio dapprima con un colpo di testa di Fusco e poi con un tiro dal limite di Mamede. Ma la notizia non è tanto e solo la vittoria del Taranto sulla capolista granata quanto l’esonero, al termine della gara, del tecnico Andrea Agostinelli. La squadra, come si legge in un comunicato diffuso dalla società, è stata affidata all’allenatore in seconda, Danova. Il nuovo trainer sarà, presumibilmente, presentato martedì alla ripresa degli allenamenti. GIANNI LOMBARDO (DTS)
IL MATTINO
Salernitana, la corsa alla B riparte da Brini
Fabiani ha scelto l’allenatore che vinse un campionato di C ad Ancona. L’anno scorso salvò il Martina
DALL’INVIATO ROBERTO VENTRE Taranto.
A metà secondo tempo di Taranto già si pensava al nuovo allenatore. Più tardi è venuto fuori il nome di Fabio Brini, il tecnico che oggi sarà ufficializzato alla guida della Salernitana. Tecnico di esperienza con un importante passato in B e che ha trascorso gli anni migliori ad Ancona, quando in squadra aveva Sasà Russo che quindi lo conosce molto bene. Brini ad Ancona vinse un campionato di C, l’unico campionato vinto in carriera, e ha fatto piuttosto bene anche in serie B. Nella sua carriera ci sono altre piazze importanti come Taranto, Foggia e soprattutto Terni dove è stato due anni tra esoneri e ritorni e dove ha allenato Giannone e Ciarcià. L’ultima esperienza l’anno scorso alla guida del Martina, squadra che portò alla salvezza dopo essere subentrato a Pensabene. Brini sarà oggi a Salerno e dirigerà domani il primo allenamento della Salernitana. Non è stato l’unico nome a circolare, si è pensato anche a Bruno Giordano, Antonio Cabrini, Francesco Oddo, ex allenatore granata («Sarei onorato ma non c’è stato nessun contatto, sono a casa mia a Pescara», ha dichiarato) e Perotti. Ma poi la cerchia si è ristretta a Brini, l’annuncio ufficiale arriverà in giornata, ma non dovrebbero esserci più dubbi. Il direttore generale Fabiani durante la partita di Taranto, dopo l’espulsione di Fusco, telefono alla mano si è allontanato dalla panchina granata. Dall’altra parte il presidente Lombardi infuriato per quanto stava guardando alla tv ed intenzionato ad esonerare Agostinelli. Il discorso è proseguito a fine partita e si è arrivati alla decisione di esonerare il tecnico, comunicata ufficialmente sul sito della società alle 18.21 «La Salernitana calcio comunica che al termine della partita Taranto-Salernitana si è provveduto a sollevare dall’incarico l’allenatore Andrea Agostinelli». Neanche i ringraziamenti di rito per il lavoro svolto all’allenatore uscente, anche se poi è stato il presidente Lombardi a farlo pubblicamente. «Dispiace sempre a livello umano dover prendere decisioni di questo tipo, a pagare è sempre l’allenatore che rappresenta l’anello debole. Ma urgeva dare una scossa, nelle ultime giornate abbiamo avuto una media di retrocessione e rischiavamo di dilapidare il nostro vantaggio. A Taranto ho visto una squadra incapace di lottare e molto timorosa. L’allenatore nuovo dovrà portarci in serie B, poi vedremo per l’anno prossimo». Giornata infernale per la Salernitana conclusa con il movimentato dopo-partita e con il team manager Avallone, unico a presentarsi nella sale interviste per comunicare il silenzio stampa dei calciatori. Si capiva che qualcosa di grosso era nell’aria. Musi lunghi, squadra spenta e a testa bassa. Poi i telefoni spenti, fino alla notizia dell’esonero di Agostinelli e poi in serata il rincorrersi di voci su nuovi allenatori. La volata e il cerchio che si è ristretto a Brini. Silenzio stampa e squadra che probabilmente andrà in ritiro a metà settimana. Adesso il vantaggio su Gallipoli e Crotone è diminuito: sono quattro i punti di vantaggio. A meno sei la Lucchese che sarà l’avversaria di domenica prossima all’Arechi, un altro big match, l’ultimo della serie terribile. Urge un’inversione di tendenza, con il nuovo allenatore.
Agostinelli e il non gioco: esonero annunciato
Il tecnico mai amato dai tifosi A Taranto sbagliata la tattica
DALL'INVIATO Taranto. Stavolta ha pagato con l’esonero. Già altre volte era finito sotto processo l’allenatore, tecnico mai veramente amato. Grandi perplessità già al momento del suo annuncio alla Salernitana, i tifosi lo hanno accolto con scetticismo. Un allenatore che veniva da numerosi esoneri e che aveva lasciato un brutto ricordo a Napoli, vincendo e facendo bene solo nella Pistoiese. Un tecnico però che ha mostrato equilibrio nei giudizi e che aiutato dai risultati è riuscito ad andare avanti pur tra tante prestazioni da dimenticare. Agostinelli però a Taranto ha sbagliato veramente tutto, aveva annunciato alla vigilia di voler schierare una squadra composta da uomini veri perchè quella di Taranto sarebbe stata una partita durissima. Ma il primo a dimostrare mancanza di coraggio e di personalità è stato proprio lui, il tecnico della Salernitana. Sbagliata la formazione di partenza, una squadra piena di elementi dalle caratteristiche esclusivamente difensive. Una squadra che si è consegnata all'avversaria cedendo campo e spazi. Ha fatto la scelta sbagliata il tecnico, innanzitutto in termini d'impostazione. La Salernitana avrebbe dovuto giocarsi la partita a viso aperto, forte dei sette punti di vantaggio sulle inseguitrici, invece l'atteggiamento è stato rinunciatario già all'ingresso in campo. E il gol del Taranto dopo appena trenta secondi è stata proprio la conseguenza di questo atteggiamento, la Salernitana è entrata in campo con paura, ha indietreggiato la linea già prima di cominciare. E ovviamente il gol di Cejas ha complicato il tutto perchè la Salernitana è andata al tappeto e ha perso completamente la bussola. Ma tutto ciò è conseguenza di quello che è stato il lavoro dell'allenatore durante la settimana. Questo l'altro errore di Agostinelli. Per tutta la settimana ha provato una squadra insistendo sugli stessi uomini e provando determinate situazioni: a centrocampo uno dei due esterni doveva essere Ciarcià e uno dei due centrali Di Deo. Invece hanno giocato dal primo minuto Troise e Russo. La conseguenza è stata quella di una squadra totalmente rinunciataria e che si è abbassata in maniera netta arretrando sulla linea difensiva. Questi cambi hanno influito anche sul rendimento della difesa che solitamente ha rappresentato il punto di forza della Salernitana. Stavolta tutti gli interpreti difensivi hanno commesso errori ed ingenuità. Peggio di tutti Cardinale, forse innervosito dal fatto che non gli è stato rinnovato il contratto: suoi i due errori clamorosi sui primi due gol. Molto male anche il capitano Luca Fusco che ha chiuso con un'espulsione, fatto decisamente inusuale per lui. Deludente anche Milanese, pure lui sostituito a fine primo tempo. Altra negatività riconducibile agli errori di Agostinelli è quella legata alla disposizione tattica in trasferta. Nelle ultime cinque partite esterne i granata hanno conquistato solo quattro punti frutto della vittoria di Castellammare, del pareggio di Arezzo e di ben tre sconfitte: Pescara, Gallipoli e Taranto. Nell'anno nuovo la Salernitana non ha ancora vinto. Numeri che hanno condannato Agostinelli. ro.ve.
I tifosi: anche i calciatori responsabili dello sfascio
«Serve un tecnico di polso per riportare la serenità nello spogliatoio»
ENZO SICA L'esonero di Andrea Agostinelli ha lasciato quasi indifferente la maggior parte della tifoseria granata. Il partito dei «contro» ha avuto nettamente il sopravvento. Il non gioco della Salernitana in questo campionato di terza serie, malgrado il primo posto in classifica, è stato quasi sempre evidenziato da tutti. E le colpe sono ovviamenre ricadute sul tecnico marchigiano, anello debole di una catena che soprattutto nelle ultime giornate, si stava sgretolando. Il presidente del Centro di Coordinamento, Maurizio Tagliaferri, commenta: «C’era bisogno di una scrollata. Ha pagato il tecnico ma penso che molti calciatori oggi dovrebbero passarsi la mano sulla coscienza. Hanno giocato malissimo, non hanno avuto lo spirito giusto per affrontare una squadra come il Taranto che nel primo tempo ci ha davvero dato del filo da torcere. Dispiace per Agostinelli, un allenatore sempre sulla graticola per la tifoseria, che paga anche per colpe non sue. Speriamo che il suo sostituto possa ridare un bel gioco e soprattutto serenità a questa Salernitana». Antonio Di Giacomo, del club granata di Cagliari, ha seguito in Sardegna la gara di Taranto attraverso Conto Tv: «Abbiamo toccato il fondo contro un Taranto che sembrava la prima della classe. Incredibile. Hanno pesato le scelte assurde di Agostinelli che poi ha pagato con l'esonero, un allontanamento che era nell'aria visto che non aveva saputo dare alla squadra un gioco. La Salernitana viveva solo dei suoi soliti «solisti». Contro il Taranto è sembrata un'orchestra dove ognuno suonava per i fatti propri». Anche Antonio Carmando, del club granata «mai sola», plaude l'iniziativa della società sul licenziamento: «Agostinelli forse andava esonerato qualche domenica prima. Mi spiego. Dopo la brutta gara di Gallipoli la società doveva prendere una decisione forte. Si è andati avanti sperando nel mercato di gennaio ed anche del consistente vantaggio sulle seconde. Il campanello d'allarme è suonato già nella gara contro il Crotone. L'arrivo di Tricarico, Piccioni e Cammarata poteva far pensare ad un cambio di rotta. Così non è stato. Ma ci sono anche altri giocatori nella rosa, acquistati addirittura a giugno, che sono eternamente in panchina o fanno tribuna. Oggi abbiamo visto in campo una squadra senza cuore che è stata in balia degli avversari». Gabriele Pergamo è telegrafico: «Un esonero giusto che evidenzia come la scelta iniziale di ountare su Agostinelli sia stata sbagliata. Speriamo che arrivi un tecnico di polso che possa dare una scrollata alla squadra». Giovanni Volpe non addossa tutte le colpe al tecnico: «Diciamo che la società ha ritardato la decisione e che a più riprese, presidente Lombardi in testa, ha dichiarato che il gioco intreressava poco, bastava fare i punti per andare imn B. Questa marcia indietro è scaturita, probabilmente, da un qualcosa che si è rotto a livello spogliatoio. Contro il Taranto l'ormai ex allenatore granata ha messo in campo una squadra brutta e confusionaria». Su chi possa sedere sulla panchina granata ci sono vari nomi che circolano. Alberto Barbato spera in un allenatore che possa riprendere in mano la situazione: «Mi auguro che possa essere Francesco Oddo, un tecnico che ha sempre riscontrato grosse simpatie nella nostra città. Ma se arrivasse Brini non sarebbe una cattiva scelta».
Cardinale distratto Milanese ko
PINNA 5: qualche colpa sul primo gol, stavolta neanche superman fa i miracoli. AMBROGIONI 5: quello che nel reparto fa meno danni, in una giornataccia globale è comunque un merito. FUSCO 4.5: il capitano soffre come non mai, uno scivolone nell'azione del primo gol, poi sempre interventi in affanno, di testa non la prende mai con Plasmati. Finisce anche con un'espulsione la sua giornataccia. CARDINALE 4: forse distratto dal mancato rinnovo del contratto, sbaglia tutto ed ha grosse responsabilità sui primi due gol del Taranto (35' pt Ciarcià 5.5: certo nella ripresa è più facile muoversi perchè la partita è chiusa, ma con alcune giocate dimostra che l'allenatore ha sbagliato a non farlo giocare). MILANESE 4: dal suo lato stavolta è un'auostrada, passano tutti, devastante De Falco nell'azione del quarto gol (1' st Piccioni 5: movimento, qualche spunto). SOLIGO 5.5: l'unico che dà qualche segnale di vitalità, si propone, prova ad allungare la squadra. TROISE 4.5: non doveva giocare a Agostinelli avrebbe fatto meglio a non schierarlo. Impresentabile. MAMEDE 5: svagato, sbaglia il controllo sulla palla a centro battuta da Di Napoli, si lascia travolgere dal ritmo e dalla veemenza avversaria. Ha il merito di riprendersi e di segnare il gol del 2-4. RUSSO 4.5: ma cosa ci fa il buon Sasà in una squadra che vuole vincere il campionato? La generosità e l'attaccamento alla maglia non sono sufficienti. DI NAPOLI 5.5: travolto anche lui insieme alla squadra, sparisce anche se dalle sue parti non arrivano palloni. Segna il gol numero tredici in campionato. CAMMARATA 4: aveva annunciato la sua voglia di spaccare il mondo. Gioca un primo tempo bruttisimo, si fa notare solo per i falli sui difensore avversari (1' st Ferraro 5: sarà un caso, ma quando lui non gioca la Salernitana va sempre in bambola). r.v.
Pastore: «Squadra troppo timorosa»
Ivano Pastore, capitano del Taranto, nonostante l'esaltante vittoria rimane con i piedi saldamente piantati a terra. «Sinceramente non mi aspettavo una Salernitana del genere. Mi aspettavo una squadra che venisse a Taranto a cercare il colpo del ko. Sono venuti qui un po' timorosi dell'ambiente e della nostra carica agonistica; penso che ricordavano anche la partita dell'andata, dove noi giocammo alla grande pur perdendo, e avevano un po' paura delle nostre ripartenze. Il primo gol ha scombussolato tutti i loro piani e poi noi abbiamo fatto una prestazione in crescendo per tutto il primo tempo. Comunque non credo che questa sia la vera Salernitana e sono convinto che rimane la favorita per il primo posto a chiusura del campionato». en.str.
LA CITTA' DI SALERNO
Ciclone Taranto, licenziato Agostinelli
Di Luigi Carrieri
TARANTO (4-3-2-1): Barasso 6; D’Alterio 7, Pastore 7 (33’ st Prosperi sv), Migliaccio 7, Colombini 7; Cavallo 7,5, Cejas 6,5 (27’ pt Marsili 6), De Falco 7; Cutolo 8, Zito 6 (17’ st Tesser sv); Plasmati 8. A disp.: Faraon, Ascenzi, Sciaudone, Zaccanti. All.: Cari 7,5.
SALERNITANA (4-4-2): Pinna 5; Ambrogioni 5, Fusco 4, Cardinale 4 (34’ pt Ciarciá 5,5), Milanese 5 (1’ st Piccioni 5); Soligo 5, Mamede 5,5, Troise 4,5, Russo 5; Di Napoli 5,5, Cammarata 4 (1’ st Ferraro 5). A disp.: Milan, Coppini, Di Deo, Turienzo. All.: Agostinelli 4,5.
ARBITRO: Calvarese di Teramo 6,5.
RETI: pt 32’’ Cejas (T), 32’ Plasmati (T), 43’ Cutolo (T), 45’ Plasmati (T); st 18’ Di Napoli (S), 40’ Mamede (S). NOTE: spettatori 3.800. Espulso Fusco al 32’ st per doppia ammonizione. Ammoniti: Soligo, Cardinale, Mamede, Fusco, De Falco. Angoli 6-3 per la Salernitana. Recuperi: pt 0’; st 5’
TARANTO. La Salernitana crolla, Agostinelli esonerato. I rossoblù schiantano 4-2 la capolista Salernitana in una gara che non ha storia. Quattro gol nel primo tempo, il primo dopo trentadue secondi veicolano i destini di un pomeriggio in cui i padroni di casa ritrovano il gusto di sperare in un posto nei playoff. In casa Salernitana si chiude, clamorosamente, l’era Agostinelli con uno stringato comunicato diffuso dalla societá due ore dopo la fine della partita. I salernitani, invece, devono rispondere a molti interrogativi.
La vittoria manca da quattro partite e il vantaggio sulle inseguitrici diminuisce sempre più. Soprattutto la posizione di Agostinelli comincia a non essere stabile, perché la sconfitta è clamorosa nei numeri, ma principalmente sotto l’aspetto tattico.
Il tecnico marchigiano, infatti, schiera una formazione incomprensibile, corretta tardivamente. Due punte fisse e un complesso di centrocampisti più votati alla distruzione del gioco, che non alla costruzione. Non c’è collegamento. Sorprendente l’assenza in partenza dell’esterno Ciarciá. Dal primo minuto esordisce Cammarata, ex di turno, beccato continuamente dal pubblico rossoblù. Cari non può schierare Mancini per motivi burocratici e affida le chiavi dell’attacco a Gianvito Plasmati, supportato da Zito e Cutolo. Bastano trentadue secondi al Taranto per sbloccare il risultato. Il tiro di Cejas dal limite, su respinta corta di Cardinale, trova l’angolino giusto. Le difficoltá della capolista si palesano soprattutto nella manovra di disimpegno. Il pressing ionico funziona e il gioco degli ospiti scorre in modo poco fluido. Il Taranto non frena la sua aggressivitá. Cutolo viene spesso fermato con il fallo dai salernitani. Meno brillante, invece, Zito. Cutolo, in particolare, è in una di quelle giornate in cui tutto può sgorgare dai suoi piedi. Dribbling e piroette: in una parola inarrestabile. Al contrario Di Napoli e Cammarata appaiono troppo isolati. La Salernitana non si scuote dal gol subìto a freddo. Anzi colleziona solo cartellini gialli. Ben tre in meno di mezzora. Il raddoppio è nella natura delle cose. Al 32’ Cutolo serve Plasmati che in piena area batte Pinna con un preciso destro. Agostinelli corre ai ripari. Inserisce Ciarciá e toglie il difensore Cardinale. Non basta. Il capolavoro si sublima al 43’. Cutolo serve Plasmati che di tacco gli restituisce la sfera. L’ex Verona punta verso Pinna e lo salta con uno splendido pallonetto: 3-0. Ma non è finita. Al 45’ De Falco ruba palla a centrocampo e fila verso il fondo. L’assist è per Plasmati che solo davanti a Pinna firma l’incredibile 4-0. La Salernitana ad inizio ripresa manda in campo Piccioni e Ferraro. I granata collezionano diversi calci d’angolo. Di Napoli si sbatte e realizza il gol che lenisce solo parzialmente le pene della capolista. La rete di Mamede del 4-2 rende il punteggio più digeribile. La sostanza, però, non cambia: la crisi della Salernitana è ufficialmente aperta.
LIRA TV SALERNO
Salernitana, domenica nera
Salernitana travolta dal Taranto, Agostinelli esonerato, Crotone e Gallipoli più vicine in classifica, a -4 dai granata: non è uno scherzo di Carnevale, ma il resoconto della domenica nera vissuta dalla squadra di Lombardi. Una giornata paradossale, che racchiude in poche ore una serie di episodi inverosimili. Non era mai capitato finora che la Salernitana subisse così tante reti in un solo incontro, non era mai stata incassata una sconfitta così cocente. Se a tutto questo si aggiunge anche la giornata positiva delle dirette concorrenti, con il Gallipoli che conquista la sua prima vittoria in trasferta e con Crotone, Ancona e Lucchese che si avvicinano a grandi passi, il quadro è davvero completo. Quella di Taranto doveva trasformarsi in una tappa di avvicinamento al traguardo finale ed invece si è rivelata un’autentica Caporetto per la truppa granata. In Puglia dopo 45 minuti di gioco la Salernitana rimane intrappolata nella ragnatela avversaria e subisce quattro sberle in pieno volto. La prima dopo appena 30 secondi di gioco. Cejas apre le danze, al resto ci pensano Cutolo, già a segno anche all’andata all’Arechi e Plasmati, l’ultimo arrivato in casa rossoblu e che brinda all’esordio addirittura con una doppietta. Neanche le reti di Di Napoli e Mamede servono nella ripresa a salvare la faccia, dopo il poco tempestivo il tentativo di Agostinelli di riparare al danno iniziale modificando lo schieramento in campo. L’indegno spettacolo non piace al presidente Lombardi, che decide per un esonero che sorprende poco. I due punti conquistati nelle ultime 4 partite con la capolista che non vince dalla prima di ritorno parlano chiaro. L’indecorosa battuta d’arresto è la classica “goccia”. Già da oggi l’imperativo è voltare pagina, per lasciarsi al più presto alle spalle il disastroso Carnevale granata e proseguire verso la mèta, senza giocare altri brutti scherzi… Francesca De Simone
L’addio di Agostinelli
Sognava già un’Arechi in festa per la promozione in B ed invece si ritrova a lasciare il lavoro a metà dell’opera. Da ieri pomeriggio Andrea Agostinelli non è più l’allenatore della Salernitana. La tappa di Taranto segna il capolinea della sua avventura sulla panchina granata. Il suo esonero probabilmente era nell’aria già dopo la sconfitta di Gallipoli, ma i risultati altalenanti delle altre dirette concorrenti fin qui avevano tenuto a galla il tecnico che per diverse giornate era riuscito a mantenere la Salernitana a debita distanza dalle inseguitrici. L’ultimo atto in terra pugliese si è rivelato invece fatale per la panchina di Agostinelli, vittima, tra le altre cose, della scellerata scelta di stravolgere all’ultimo momento la formazione anti -Taranto, puntando su Troise a centrocampo, Russo e Soligo esterni, lasciando in panchina Ciarcià e Piccioni. Non è la prima volta che le scelte di Agostinelli seminano perplessità tra i tifosi. Questa volta però il risultato finisce per umiliare eccessivamente la Salernitana, spingendo la società a decidere per un ribaltone auspicato da tempo da parte della tifoseria. Già l’arrivo a Salerno di Agostinelli era stato accompagnato da un alone di scetticismo, per i tanti esoneri che caratterizzano la carriera del tecnico marchigiano. Sulla panchina granata ha provato in tutti i modi a far cambiare idea a chi lo reputava inadatto a condurre la squadra in B. Per 22 partite Agostinelli ha raccolto critiche di ogni genere senza mai battere ciglio. Alla fine non riesce a portare a termine l’operazione riscatto e non gli resta che lasciare Salerno in punta di piedi, così com’era arrivato, senza veleni e polemiche, mettendo in valigia un pizzico di amarezza, inevitabile… Francesca De Simone
RAZZA IRNO
Crollo della Salernitana nella trasferta di Taranto, e stavolta le dirette concorrenti ne approfittano riducendo a quattro punti lo svantaggio dai granata. Gli strampalati piani tattici di Agostinelli, che rinuncia agli esterni titolari per proporre un centrocampo pieno di incontristi, vengono immediatamente fatti saltare in aria dal gol di Cejas dopo soli 30 secondi. Bel tiro del centrocampista argentino che indovina l'angolo basso alla destra di Pinna. La Salernitana è inesistente in campo, nessuno dei giocatori schierati da Agostinelli è in grado di costruire calcio, Troise e Mamede al centro, Soligo e Russo sulle fasce sono sempre stati in balia degli avversari che con Cutolo, Cejas e De Falco hanno fatto il bello e cattivo tempo. Logica conseguenza sono stati i gol di Plasmati, su assist di Cutolo, dello stesso fantasista pugliese con un tocco sotto porta e nuovamente del centravanti rossoblù proprio allo scadere. Il secondo tempo si è aperto con le sostituzioni di Milanese e Cammarata con Piccioni e Ferraro. Il Taranto ha remato i remi in barca gestendo il pallone e concedendo poco e niente ai demotivati granata. Ciarcià, subentrato già nella prima frazione al posto di Cardinale, è stato l'unico a dare l'impressione di voler fare qualcosa, dal suo piede l'assist per Di Napoli che ha insaccato di testa. Ma la partita, ormai, non aveva più senso e gli ultimi due episodi di cronaca sono l'espulsione di Luca Fusco e l'effimero 4-2 di Mamede. La partita è stata un vero e proprio incubo, la sensazione di perderla si è avuta immediatamente, fin dalla lettura delle formazioni. E' inspiegabile rinunciare a priori a qualunque forma di partita propositiva, schierara Troise a centrocampo significa concedere un vantaggio enorme agli avversari che non si devono preoccupare di "spegnere" le fonti di gioco. Domenica è il vero crocevia della stagione con lo scontro diretto contro la Lucchese, partita nella quale mancheranno gli squalificati Fusco e Mamede.
Pubblicato da
Daniele Conte
alle
17:40
Etichette: Taranto news
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