06 febbraio 2008

Erasmo Iacovone, attaccante

5 febbraio 1978: in ventimila per accarezzare un sogno. La palla non ne vuole sapere di entrare. Il portiere della Cremonese si ergerà a muro umano. Ogni assalto sarà vano. Dal “Salinella” si alza un coro secco e deciso: “Iaco, Iaco, Iacovone”.

6 febbraio 1978: Erasmo non c'è più.

3 febbraio 2008: trent’anni dopo. Il coro “Iaco, Iaco, Iacovone” riecheggia ancora e assume un valore simbolico importantissimo perché, tanti di quelli che scandiscono quel nome, Iacovone, non l’hanno mai visto giocare. Il testimone tra generazioni è stato raccolto.

Unica bandiera. Sempre nel tuo ricordo. Ciao, Erasmo.

Era nato il 22 aprile del 1952 a Capracotta, in provincia di Isernia.
Ha giocato solo due stagioni con la maglia più bella del mondo. Arrivò a Taranto grazie ad una operazione da 450 milioni di lire. Un'enormità per un presidente (adesso si direbbe oculato) come Giovanni Fico.
17 reti in 46 partite e un sogno spezzato troppo in fretta.

Erasmo Iacovone, attaccante.

Un attaccante atipico. Statura normale, di testa era prodigioso e i suoi stacchi impressionanti. In campo un lottatore, riservato e timido fuori. Un affetto tenero e sincero ci lega a lui, dopo trent’anni.

Erasmo Iacovone, attaccante.

Quei vecchi Alè Taranto che custodiamo gelosamente come reliquie. O le prime goffe, meravigliose radiocronache di Tv Taranto. O il Corriere del Giorno che non usciva il lunedì. Retaggio di un calcio che non c’è più. E la rabbia che il tempo non riesce a lenire. E la consapevolezza, amara, che ci dovevano pensare noi, tifosi, a reperire le uniche immagini disponibili di Erasmo Iacovone.

Erasmo Iacovone, attaccante.

Taranto-Paternò: 20 ottobre 2003. Partita inguardabile. Prima del match un enorme drappo rossoblu copre una scultura. E’ la statua di Erasmo Iacovone che verrà posizionata alle spalle della curva nord dello stadio che porta il suo nome. Una mega colletta (e il generoso contributo personale del Cav. Gennarini) renderanno possibile l’opera.
Qualche giorno prima, un incidente (nello stesso punto) aveva distrutto la lapide fatta ricostruire da Graziano Gori. Per terra, i cocci dei vasi, i fiori e le sciarpe che i tifosi depongono sulla lapide in memoria del campione. I gruppi organizzati e Gori stesso risistemarono il tutto.

Erasmo Iacovone, attaccante.

Chissà cosa avrà pensato Maria Rosaria, la figlia che Erasmo non ha mai conosciuto, quella sera a Pulsano. Un bagno di folla. Grazie ancora a Tony e a tutti i Vagabonds per i brividi di quella sera.

Erasmo Iacovone, attaccante.

Tivoli, Carpi… Taranto Supporters c’è.
Iaco, unica bandiera. Il piccolo tributo di Taranto Supporters.
Leggi stupide e illiberali non ci hanno permesso di fare come avremmo voluto.

Erasmo Iacovone, attaccante.

Da trent’anni sempre più forte e con tutto il fiato in gola IACO, IACO, IACOVONE

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Erasmo Iacovone, attaccante
Capracotta (Is), 22/04/1952
San Giorgio Jonico (Ta), 06/02/1978
Esordio in rossoblu 31 ottobre 1976, Novara-Taranto (1-1, in gol)
Ultima partita 5 febbraio 1978, Taranto-Cremonese (0-0)

Stagione
Serie
Squadra
Presenze
Reti
1971
D
OMI Roma
25
2
1972/73
C
Triestina
13
-
1973/74
D
Carpi
32
13
1974/75
C
Mantova
33
10
1975/76
C
Mantova
33
10
*1976/77
C
Mantova
6
4
**1976/77
B
Taranto
27
8
1977/78
B
Taranto
19
9
* fino all'ottobre '76

** dall'ottobre '76 in poi



Erasmo Iacovone è nato a Capracotta (Isernia) il 22 aprile del 1952.
All'età di 2 anni si è trasferito a Tivoli con la famiglia. Ha debuttato in Serie D con l'OMI Roma a 19 anni dopo aver militato tra le fila dell'Albula di Bagni di Tivoli. Nel novembre 1972 è passato alla Triestina in Serie C, ma non ha avuto successo: dopo i 2 gol in 25 partite con la squadra romana ha collezionato appena 13 presenze senza reti nel capoluogo giuliano. E' stata la stagione successiva, tornato in Serie D nelle file del Carpi, quella in cui il bomber è uscito dal bozzolo, trascinando la squadra alla promozione in C: con le 13 reti messe a segno in 32 partite si è guadagnato l'ingaggio a Mantova, in Serie C.



Fisicamente forte e dotato di buoni fondamentali. A Mantova segna 24 reti in 72 partite. Le insistenze dell'allenatore del Taranto Giovanni Seghedoni, spinto dal consiglio di Bruno Brindani, lo hanno fatto approdare in riva ai due mari, nella campagna acquisti autunnale dell'ottobre del 1976.
E' costato a Giovanni Fico, allora presidente del Taranto, ben 400 milioni di lire che, per quei tempi e per un calciatore di Serie C, era una bella cifra. E' stato preso in comproprietà (130 milioni più la comproprietà dell'ala rossoblu Giorgio Scalcon) e riscattato in un secondo momento.



Esordio in campionato con la maglia rossoblu n° 11 per Iacovone, era il 31 ottobre 1976 e si giocava Novara-Taranto (6a giornata di serie "B"): 1-1 con pareggio su colpo di testa proprio del neo-acquisto Iacovone.
Timido, introverso, schivo e amante della tranquillità delle mura domestiche, Iacovone era umile e "anti-divo" e per questo è entrato subito nelle simpatie dei tifosi. I giornalisti facevano fatica ad "strappargli" qualche parola di bocca perchè odiava le interviste. Non era altissimo ma la sua formidabile elevazione e l'estrema precisione lo rendevano imbattibile e micidiale nei colpi di testa.



In quel campionato ha segnato 8 volte in 27 partite e stava per raggiungere una promettente maturità nel secondo (1977/78), quando la tragedia lo ha fermato. In quel momento era capocannoniere del torneo cadetto, con 9 reti (nessuna su rigore), in coabitazione con Pellegrini del Bari e Palanca del Catanzaro e si diceva che la Fiorentina si stesse interessando a lui. Pochi mesi prima era stato al centro di frenetiche trattative di mercato. Il Pescara si era fatto avanti e il Taranto aveva ingaggiato come sostituto Serato per cederlo a prezzo vantaggioso. Ma all'ultimo momento il direttore sportivo abruzzese, Piero Aggradi, aveva considerato troppo alta la richiesta di 400 milioni, dalla quale peraltro il Taranto non era sceso, puntando al colpo grosso con la Fiorentina e magari alla grande conquista della A, in un campionato che sotto l'Ascoli dei miracoli ancora non aveva espresso valori precisi.
Ha giocato la sua ultima partita il 5 febbraio 1978. Era un Taranto-Cremonese (21a giornata di Serie B) finita 0-0 proprio con il centravanti rossoblu più volte vicinissimo al gol ma puntualmente fermato dalle formidabili parate del bravo portiere Ginulfi, dai legni e da ben due salvataggi miracolosi dei difensori avversari sulla linea di porta.



Erano le 0,40 del lunedì 6 febbraio 1978. Dalla stradina che portava al ristorante "La Masseria" dove si era tenuto uno spettacolo di Oreste Lionello, a pochi chilometri da Taranto, sbucava una Dyane 6 targata Modena: in quel preciso momento, sulla strada provinciale, Marcello Friuli correva a 180 km/h con una Gt 2000 che aveva appena rubato al prof. Giulio Bernardini, noto chirurgo romano trapiantato a Taranto. Correva a fari spenti e fuggiva da una volante della polizia. L'impatto è stato terrificante, il pilota della Dyane è stato sbalzato fuori dall'abitacolo ed è stato ritrovato venti metri più avanti ormai senza vita. La Gt 2000 è finita in un campo girandosi più volte su se stessa, ma procurando al Friuli solo qualche lesione.



Al volante della Dyane c'era Erasmo Iacovone: 26 anni quasi compiuti, centravanti del Taranto e capocannoniere della Serie B, sposato da sette mesi con Paola, una ragazza di Carpi, che da lì a poco lo avrebbe reso padre.
La notte tra il 5 e il 6 febbraio è stata la più lunga. Le voci si sono rincorse alla velocità della luce e già dalle due di mattina l'Ospedale Civile "SS. Annunziata" è stato preso d'assalto da centinaia cittadini, tifosi e non, la maggior parte dei quali erano increduli e convinti si trattasse di uno scherzo: possibilità rafforzata dal fatto che si era negli ultimi giorni di Carnevale e dal fatto che Iacovone aveva avuto un incidente stradale anche l'anno prima. A Pino Catapano, giornalista del "Corriere del Giorno" e corrispondente RAI è stato affidato il compito di svegliare il presidente Fico nel cuore della notte. Quel triste lunedì di febbraio è stato un continuo via-vai di personaggi noti e comuni. Sgomento tra i suoi compagni di squadra: il più sconvolto era il portiere Zelico Petrovic, trattenuto e bloccato a stento per evitare che andasse a farsi giustizia da solo nel tentativo di trovare il pirata della Gt 2000, ricoverato anch'egli al "SS. Annunziata".



I parenti di Iacovone, tra cui suo padre, sono giunti a Taranto lunedì 6 ancora ignari della morte di Erasmo ed hanno appreso la notizia dall'appuntato dei Carabinieri in servizio all'ospedale. Tra loro mancava sua moglie Paola, incinta, a cui il medico aveva sconsigliato il lungo e straziante viaggio da Carpi.
I funerali si sono svolti martedì 7 febbraio, in chiesa prima (la San Roberto Bellarmino) e al "Salinella" poi, lo stadio che aveva consacrato Iacovone beniamino della tifoseria rossoblu. Due ore di commozione intensa: un omaggio, l'ultimo, affettuoso e straziante. Sono state calcolate circa 15.000 presenze allo stadio, nonostante il giorno feriale e l'inclemenza del tempo con la pioggia che cadde copiosa su Taranto.



Nelle parole del presidente Fico, l'impegno per un ultimo gesto: "Perdonaci Erasmo. Considero tutti i miei giocatori come figli, e tu eri il migliore. Il cielo ha voluto sottrarti a noi, ma tu rimarrai sempre vivo nel nostro cuore. In questo momento esprimo l'impegno a far intitolare al tuo nome questo stadio". Negli occhi della gente c'era lo strazio per una giovane vita stroncata, ma anche l'amarezza per la consapevolezza di un sogno che svaniva quasi inevitabilmente. Iacovone, con i suoi gol stava facendo sognare tutta la città. "Con lui, se non quest'anno, la promozione sarà possibile l'anno prossimo", diceva la gente, e così si riassume cosa fosse Iacovone per Taranto.



Immediatamente dopo la morte di Erasmo Iacovone, come da promessa del presidente Fico, il 9 febbraio 1978 lo stadio "Salinella" venne intitolato a lui.
Il 20 ottobre 2002 è stata inaugurata una statua in sua memoria. Opera dello scultore Francesco Trani, su volere del Club "Tifo è Amicizia 1991" e di Valentino Gennarini, la statua in bronzo dalle dimensioni naturali (1,75 x 50), è stata realizzata grazie alla vendita di 13 mila tagliandi da 1,50 € l'uno. E' stata posta davanti allo stadio a lui dedicato, all'ingresso del settore "cuore" del tifo rossoblu (la Curva Nord) dopo una breve cerimonia di presentazione del sindaco di Taranto, dello scultore Trani e la tradizionale benedizione.


05 febbraio 2008

Blasi, puoi rimediare

535 biglietti cosiddetti ridotti venduti, è la cifra più bassa tra quelle circolate, quella de Il Quotidiano. 595 i biglietti venduti per il Corriere del Giorno. Da qualsiasi prospettiva si voglia interpretare il dato, incasso (magro), se così lo si può chiamare, fu.

I biglietti venduti, contro la capolista, di gran lunga inferiori alla disponibilità della sola gradinata. Non c'è stata caccia al biglietto. Anzi, se proprio lo vogliamo dire, c'è stata una crisi di rigetto.
L'infelicissima scelta societaria, comunicata come sempre dalle colonne del suo sito internet, ha influito pesantemente su umore e fiducia degli oltre duemila abbonati di curva, squalificati due volte prima dal giudice sportivo, poi dalla società, riabilitati all'ingresso dello Iacovone ma solo dopo i veti e le indecisioni iniziali di coloro che alla fine hanno fortunatamente concesso un diritto che, però, era stato già acquisito e acquistato a prezzo salato ad inizio stagione. La raccolta della carità per un diritto acquisito. L’elemosina di un diritto, insomma, concesso grazie alla benevolenza delle forze dell’ordine dopo patimenti e tira e molla.

C'è Taranto-Arezzo e speriamo vivamente che quanto accaduto non si ripeta per la seconda volta. E' giusto che chi ha pagato già per un evento non debba pagare di nuovo, differentemente da quanto successo domenica allo Iacovone, è giusto che chi ha già il diritto-dovere-privilegio di sostenere i colori più belli del mondo ne usufruisca senza grazie che non stanno nè in cielo, nè in terra. Non è giusto fare i conti con le tasche degli altri e non è nemmeno opportuno, no perchè, in qualsiasi modo si voglia interpretare-giudicare-giustificare-imprecare questa spiacevole situazione, quelle tasche hanno già abbondantemente e profumatamente dato.

1 euro per i settecento circa biglietti di gradinata, 5 euro per i restanti di un settore, la tribuna, completamente diverso dagli altri settori. Diritto di prelazione per gli abbonati di curva nei giorni di mercoledì e giovedì e vendita dei restanti, pochi, biglietti nei giorni successivi fino alla domenica.

Ci sembra una proposta equa in cui il disagio della squalifica della curva viene ripartito tra società e tifosi abbonati di curva. Lanciamo una pietra nello stagno. Ci sono ancora giorni utili per rimediare e, leggendo tra le righe, per Taranto-Arezzo sarà difficile che si ripeta la benevolenza di domenica da parte degli organi preposti.
Basta un po’ di buona volontà e buon senso. Concreto e non a chiacchiere.

04 febbraio 2008

Salernitana umiliata Agostinelli esonerato

La Salernitana sprofonda a Taranto e il presidente Lombardi esonera Agostinelli. In arrivo Fabio Brini. Una decisione, quella dell’esonero di Agostinelli, presa qualche minuto dopo il fischio finale, conseguenza della prestazione vergognosa fornita dai granata a Taranto. La disfatta "vista " dagli sconfitti.

IL CORRIERE DELLO SPORT
Taranto-Salernitana 4-2
TARANTO (4-3-2-1): Barasso 6; D'Alterio 6,5 Pastore 6 (35' st Prosperi sv) Migliaccio 6,5 Colombini 6,5; Caval­lo 7 Cejas 6,5 (27' pt Marsili 6) De Falco 7; Zito 6 (18' st Tesser 6, Cutolo 7,5; Plasmati 7,5. A disp.: Faraon, Ascenzi, Sciaudone, Zaccanti. All.: Cari.
SALERNITANA (4-4-2): Pinna 5; Ambrogioni 5 Fusco 5 Cardinale 5 (35' pt Ciarcià 6) Milanese 5 (1' st Piccioni 5,5); Soligo 5,5 Troise 5 Mamede 6 Russo 5,5; Camma­rata 5 (1' st Ferraro 6) Di Napoli 6. A disp.: Milan, Cop­pini, Di Deo, Turienzo. All.: Agostinelli.
ARBITRO: Calvarese di Torino.
Guardalinee: Levato e Granella.
MARCATORI: 1' pt Cejas (T), 32' pt e 47' pt Plasmati (T), 43' pt Cutolo (T), 19' st Di Napoli (S), 41' st Mamede (S).
ESPULSI: Fusco (S) al 33' st per doppia ammonizione.
AMMONITI: Soligo (S), Cardinale (S), Plasmati (T), Ma­mede (S), De Falco (T).
NOTE: spettatori 3.200 (curva Nord chiusa al pubblico per squalifica). Angoli 7-3 per la Salernitana. Rec.: 2' pt, 3' st
di Michele Pennetti
TARANTO - Uno a zero dopo 32 secondi. Quattro a zero all'intervallo. Una superiori­tà schiacciante, a tratti imbarazzante (per gli avversari). La capolista addentata, az­zannata, ferita, sbranata, colpita con ripetu­ta ferocia, tremendamente ridimensionata. Non siano d'inganno i due gol della bandie­ra granata: fanno presa sul tabellino, ridu­cono lo scarto, non cambiano il giudizio. Sull'onda di una frazione iniziale strabilian­te, un Taranto mai visto in questa stagione annichilisce la Salernitana. Per induzione riapre il suo campionato, recuperando ter­reno nella rincorsa alla zona play off, e quello delle squadre che inseguono la testa della classifica.
Prima parola chiave, Plasmati. All'esor­dio in maglia rossoblù, il centravanti in 45 minuti firma le stesse reti (32' e 47', esecu­zioni fredde e precise) che aveva realizza­to in più di girone a Foggia. Non solo. Ma­novra di sponda con i compagni, va in cie­lo a pettinare continuamente palloni, spa­lanca spazi per gli inserimenti dei centro­campisti, esalta le qualità di Cutolo nel­l'uno- due assistendolo sul sublime cucchiaio che vale il 3-0 (43'). L'innesto che occorreva a una squadra dalle polveri ba­gnate.
Seconda parola chiave, Agostinelli. Il tec­nico srotola sul campo una Salernitana ul­tra- conservativa, con Troise mediano da­vanti alla linea di retroguardia e Cammara­ta e Di Napoli abbandonati, là davanti, a supplicare rifornimenti. Sotto dopo 32 se­condi, stordita dal siluro di Cejas, una for­mazione così concepita si consegna a un naufragio annunciato. Anche il presidente della società campana prende atto del ton­fo della squadra, anche dal punto di vista tattico, e, a fine partita, scende negli spo­gliatoi e rimuove Agostinelli dal suo incari­co. Il Taranto sfonda da tutte le parti, Caval­lo e De Falco spadroneggiano a centrocam­po, Cutolo sembra sceso da Marte a mostra­re calcio d'alta scuola, nella difesa campa­na si banchetta a piacimento. I cambi e le mosse in avvio di ripresa permettono agli ospiti di tornare almeno dignitosi. Ma gli squilli di Di Napoli (21') e Mamede (41'), mentre i padroni di casa si ostinano a but­tar via occasioni in contropiede, servono unicamente a dimezzare il passivo. Non a cancellare la traccia di una prima della classe con il motore in panne.

TUTTOSPORT
Salerno liquida Agostinelli

La grave sconfitta con il Taranto (4-2) è costata il posto a un tecnico di fama.
Capolista irriconoscibile, Plasmati è il killer che firma una spettacolare doppietta
TARANTO (4-3-2-1): Barasso 7; D’Alterio 7, Pastore 7 (34’ st Prosperi ng), Migliaccio 7, Colombini 7; Cavallo 7.5, Cejas 6.5 (27’ pt Marsili 6.5), De Falco 7; Cutolo 7, Zito 6 (18’ st Tesser 6.5); Plasmati 8. A disp.: Faraon, Ascenzi, Zaccanti, Sciaudone. All.: Cari 7.
SALERNITANA (4-4-2): Pinna 5; Ambro­gioni 5, Fusco 4, Troise 5, Milanese 5 (1’ st Piccioni 5); Soligo 5, Mamede 5.5, Cardi­nale 4 (34’ pt Ciarcià 5), Russo 5; Di Napo­li 5, Cammarata 4 (1’ st Ferraro 5). A disp.: Milan, Coppini, Di Deo, Turienzo. All.: Agostinelli 4.5.
ARBITRO: Calvarese di Torino 6.5.
MARCATORI: pt 30 Cejas, 32’ e 46’ Pla­smati, 42’ Cutolo (T); st 19’ Fusco, 41’ Ma­mede (S).
NOTE: ammoniti: Plasmati, De Falco (T), Soligo, Cardinale, Mamede, Fusco (S). Espulso: st 33’ Fusco (S). Angoli: 3-7. Re­cuperi: pt 2’; st 5’. Spettatori: 2.000 circa, di cui 535 paganti.

TARANTO. Alla ripresa del campionato dopo la sosta di domenica scorsa, un Taranto che non ti aspetti, surclassa la capolista Salernitana e rilancia le sue ambizioni per la conquista di un posto nei play off per la promozione in serie B. Quella dello ”Iacovone” è stata una partita a senso unico letteralmente dominata dalla com­pagine locale, favorita anche dal fatto di essere passata in vantaggio quando le lancette del cro­nometro non avevano compiuto che metà del loro primo percorso. Autore della prodezza l’ar­gentino Cejas che su un cross di Cavallo, dal li­mite dell’area salernitana ha esploso un gran ti­ro che non ha lasciato scampo all’estremo di­fensore granata Pinna. Su quel vantaggio, poi, l’undici di Cari ha saputo costruire il suo suc­cesso disputando una gara perfetta in cui tutti i reparti hanno funzionato al meglio.
OSPITI FUORI DEL MATCH Di contro la Salernitana, venuta a Taranto con chiare mire difensivistiche allo scopo di uscire dallo ”Iaco­vone” con un pareggio, colpita anche a freddo dal gol di Cejas, non ha saputo riportarsi in par­tita restando per tutta la prima frazione di gio­co in balia dei rossoblu ionici che non si lascia­vano pregare e due volte con il neo acquisto Pla­smati ed un’altra con Cutolo realizzavano il pre­zioso poker che chiudeva il primo tempo.
SALTA IL TECNICO Nella ripresa, il Taran­to, forte del grande vantaggio acquisito nella prima frazione di gioco, ha pensato bene di ge­stire il vantaggio, limitandosi a controllare le sfuriate dei salernitani che, comunque, riusci­vano a ridurre lo svantaggio dapprima con un colpo di testa di Fusco e poi con un tiro dal li­mite di Mamede. Ma la notizia non è tanto e so­lo la vittoria del Taranto sulla capolista grana­ta quanto l’esonero, al termine della gara, del tecnico Andrea Agostinelli. La squadra, come si legge in un comunicato diffuso dalla società, è stata affidata all’allenatore in seconda, Danova. Il nuovo trainer sarà, presumibilmente, pre­sentato martedì alla ripresa degli allenamenti. GIANNI LOMBARDO (DTS)

IL MATTINO
Salernitana, la corsa alla B riparte da Brini
Fabiani ha scelto l’allenatore che vinse un campionato di C ad Ancona. L’anno scorso salvò il Martina

DALL’INVIATO ROBERTO VENTRE Taranto.
A metà secondo tempo di Taranto già si pensava al nuovo allenatore. Più tardi è venuto fuori il nome di Fabio Brini, il tecnico che oggi sarà ufficializzato alla guida della Salernitana. Tecnico di esperienza con un importante passato in B e che ha trascorso gli anni migliori ad Ancona, quando in squadra aveva Sasà Russo che quindi lo conosce molto bene. Brini ad Ancona vinse un campionato di C, l’unico campionato vinto in carriera, e ha fatto piuttosto bene anche in serie B. Nella sua carriera ci sono altre piazze importanti come Taranto, Foggia e soprattutto Terni dove è stato due anni tra esoneri e ritorni e dove ha allenato Giannone e Ciarcià. L’ultima esperienza l’anno scorso alla guida del Martina, squadra che portò alla salvezza dopo essere subentrato a Pensabene. Brini sarà oggi a Salerno e dirigerà domani il primo allenamento della Salernitana. Non è stato l’unico nome a circolare, si è pensato anche a Bruno Giordano, Antonio Cabrini, Francesco Oddo, ex allenatore granata («Sarei onorato ma non c’è stato nessun contatto, sono a casa mia a Pescara», ha dichiarato) e Perotti. Ma poi la cerchia si è ristretta a Brini, l’annuncio ufficiale arriverà in giornata, ma non dovrebbero esserci più dubbi. Il direttore generale Fabiani durante la partita di Taranto, dopo l’espulsione di Fusco, telefono alla mano si è allontanato dalla panchina granata. Dall’altra parte il presidente Lombardi infuriato per quanto stava guardando alla tv ed intenzionato ad esonerare Agostinelli. Il discorso è proseguito a fine partita e si è arrivati alla decisione di esonerare il tecnico, comunicata ufficialmente sul sito della società alle 18.21 «La Salernitana calcio comunica che al termine della partita Taranto-Salernitana si è provveduto a sollevare dall’incarico l’allenatore Andrea Agostinelli». Neanche i ringraziamenti di rito per il lavoro svolto all’allenatore uscente, anche se poi è stato il presidente Lombardi a farlo pubblicamente. «Dispiace sempre a livello umano dover prendere decisioni di questo tipo, a pagare è sempre l’allenatore che rappresenta l’anello debole. Ma urgeva dare una scossa, nelle ultime giornate abbiamo avuto una media di retrocessione e rischiavamo di dilapidare il nostro vantaggio. A Taranto ho visto una squadra incapace di lottare e molto timorosa. L’allenatore nuovo dovrà portarci in serie B, poi vedremo per l’anno prossimo». Giornata infernale per la Salernitana conclusa con il movimentato dopo-partita e con il team manager Avallone, unico a presentarsi nella sale interviste per comunicare il silenzio stampa dei calciatori. Si capiva che qualcosa di grosso era nell’aria. Musi lunghi, squadra spenta e a testa bassa. Poi i telefoni spenti, fino alla notizia dell’esonero di Agostinelli e poi in serata il rincorrersi di voci su nuovi allenatori. La volata e il cerchio che si è ristretto a Brini. Silenzio stampa e squadra che probabilmente andrà in ritiro a metà settimana. Adesso il vantaggio su Gallipoli e Crotone è diminuito: sono quattro i punti di vantaggio. A meno sei la Lucchese che sarà l’avversaria di domenica prossima all’Arechi, un altro big match, l’ultimo della serie terribile. Urge un’inversione di tendenza, con il nuovo allenatore.

Agostinelli e il non gioco: esonero annunciato
Il tecnico mai amato dai tifosi A Taranto sbagliata la tattica

DALL'INVIATO Taranto. Stavolta ha pagato con l’esonero. Già altre volte era finito sotto processo l’allenatore, tecnico mai veramente amato. Grandi perplessità già al momento del suo annuncio alla Salernitana, i tifosi lo hanno accolto con scetticismo. Un allenatore che veniva da numerosi esoneri e che aveva lasciato un brutto ricordo a Napoli, vincendo e facendo bene solo nella Pistoiese. Un tecnico però che ha mostrato equilibrio nei giudizi e che aiutato dai risultati è riuscito ad andare avanti pur tra tante prestazioni da dimenticare. Agostinelli però a Taranto ha sbagliato veramente tutto, aveva annunciato alla vigilia di voler schierare una squadra composta da uomini veri perchè quella di Taranto sarebbe stata una partita durissima. Ma il primo a dimostrare mancanza di coraggio e di personalità è stato proprio lui, il tecnico della Salernitana. Sbagliata la formazione di partenza, una squadra piena di elementi dalle caratteristiche esclusivamente difensive. Una squadra che si è consegnata all'avversaria cedendo campo e spazi. Ha fatto la scelta sbagliata il tecnico, innanzitutto in termini d'impostazione. La Salernitana avrebbe dovuto giocarsi la partita a viso aperto, forte dei sette punti di vantaggio sulle inseguitrici, invece l'atteggiamento è stato rinunciatario già all'ingresso in campo. E il gol del Taranto dopo appena trenta secondi è stata proprio la conseguenza di questo atteggiamento, la Salernitana è entrata in campo con paura, ha indietreggiato la linea già prima di cominciare. E ovviamente il gol di Cejas ha complicato il tutto perchè la Salernitana è andata al tappeto e ha perso completamente la bussola. Ma tutto ciò è conseguenza di quello che è stato il lavoro dell'allenatore durante la settimana. Questo l'altro errore di Agostinelli. Per tutta la settimana ha provato una squadra insistendo sugli stessi uomini e provando determinate situazioni: a centrocampo uno dei due esterni doveva essere Ciarcià e uno dei due centrali Di Deo. Invece hanno giocato dal primo minuto Troise e Russo. La conseguenza è stata quella di una squadra totalmente rinunciataria e che si è abbassata in maniera netta arretrando sulla linea difensiva. Questi cambi hanno influito anche sul rendimento della difesa che solitamente ha rappresentato il punto di forza della Salernitana. Stavolta tutti gli interpreti difensivi hanno commesso errori ed ingenuità. Peggio di tutti Cardinale, forse innervosito dal fatto che non gli è stato rinnovato il contratto: suoi i due errori clamorosi sui primi due gol. Molto male anche il capitano Luca Fusco che ha chiuso con un'espulsione, fatto decisamente inusuale per lui. Deludente anche Milanese, pure lui sostituito a fine primo tempo. Altra negatività riconducibile agli errori di Agostinelli è quella legata alla disposizione tattica in trasferta. Nelle ultime cinque partite esterne i granata hanno conquistato solo quattro punti frutto della vittoria di Castellammare, del pareggio di Arezzo e di ben tre sconfitte: Pescara, Gallipoli e Taranto. Nell'anno nuovo la Salernitana non ha ancora vinto. Numeri che hanno condannato Agostinelli. ro.ve.

I tifosi: anche i calciatori responsabili dello sfascio
«Serve un tecnico di polso per riportare la serenità nello spogliatoio»

ENZO SICA L'esonero di Andrea Agostinelli ha lasciato quasi indifferente la maggior parte della tifoseria granata. Il partito dei «contro» ha avuto nettamente il sopravvento. Il non gioco della Salernitana in questo campionato di terza serie, malgrado il primo posto in classifica, è stato quasi sempre evidenziato da tutti. E le colpe sono ovviamenre ricadute sul tecnico marchigiano, anello debole di una catena che soprattutto nelle ultime giornate, si stava sgretolando. Il presidente del Centro di Coordinamento, Maurizio Tagliaferri, commenta: «C’era bisogno di una scrollata. Ha pagato il tecnico ma penso che molti calciatori oggi dovrebbero passarsi la mano sulla coscienza. Hanno giocato malissimo, non hanno avuto lo spirito giusto per affrontare una squadra come il Taranto che nel primo tempo ci ha davvero dato del filo da torcere. Dispiace per Agostinelli, un allenatore sempre sulla graticola per la tifoseria, che paga anche per colpe non sue. Speriamo che il suo sostituto possa ridare un bel gioco e soprattutto serenità a questa Salernitana». Antonio Di Giacomo, del club granata di Cagliari, ha seguito in Sardegna la gara di Taranto attraverso Conto Tv: «Abbiamo toccato il fondo contro un Taranto che sembrava la prima della classe. Incredibile. Hanno pesato le scelte assurde di Agostinelli che poi ha pagato con l'esonero, un allontanamento che era nell'aria visto che non aveva saputo dare alla squadra un gioco. La Salernitana viveva solo dei suoi soliti «solisti». Contro il Taranto è sembrata un'orchestra dove ognuno suonava per i fatti propri». Anche Antonio Carmando, del club granata «mai sola», plaude l'iniziativa della società sul licenziamento: «Agostinelli forse andava esonerato qualche domenica prima. Mi spiego. Dopo la brutta gara di Gallipoli la società doveva prendere una decisione forte. Si è andati avanti sperando nel mercato di gennaio ed anche del consistente vantaggio sulle seconde. Il campanello d'allarme è suonato già nella gara contro il Crotone. L'arrivo di Tricarico, Piccioni e Cammarata poteva far pensare ad un cambio di rotta. Così non è stato. Ma ci sono anche altri giocatori nella rosa, acquistati addirittura a giugno, che sono eternamente in panchina o fanno tribuna. Oggi abbiamo visto in campo una squadra senza cuore che è stata in balia degli avversari». Gabriele Pergamo è telegrafico: «Un esonero giusto che evidenzia come la scelta iniziale di ountare su Agostinelli sia stata sbagliata. Speriamo che arrivi un tecnico di polso che possa dare una scrollata alla squadra». Giovanni Volpe non addossa tutte le colpe al tecnico: «Diciamo che la società ha ritardato la decisione e che a più riprese, presidente Lombardi in testa, ha dichiarato che il gioco intreressava poco, bastava fare i punti per andare imn B. Questa marcia indietro è scaturita, probabilmente, da un qualcosa che si è rotto a livello spogliatoio. Contro il Taranto l'ormai ex allenatore granata ha messo in campo una squadra brutta e confusionaria». Su chi possa sedere sulla panchina granata ci sono vari nomi che circolano. Alberto Barbato spera in un allenatore che possa riprendere in mano la situazione: «Mi auguro che possa essere Francesco Oddo, un tecnico che ha sempre riscontrato grosse simpatie nella nostra città. Ma se arrivasse Brini non sarebbe una cattiva scelta».

Cardinale distratto Milanese ko
PINNA 5: qualche colpa sul primo gol, stavolta neanche superman fa i miracoli. AMBROGIONI 5: quello che nel reparto fa meno danni, in una giornataccia globale è comunque un merito. FUSCO 4.5: il capitano soffre come non mai, uno scivolone nell'azione del primo gol, poi sempre interventi in affanno, di testa non la prende mai con Plasmati. Finisce anche con un'espulsione la sua giornataccia. CARDINALE 4: forse distratto dal mancato rinnovo del contratto, sbaglia tutto ed ha grosse responsabilità sui primi due gol del Taranto (35' pt Ciarcià 5.5: certo nella ripresa è più facile muoversi perchè la partita è chiusa, ma con alcune giocate dimostra che l'allenatore ha sbagliato a non farlo giocare). MILANESE 4: dal suo lato stavolta è un'auostrada, passano tutti, devastante De Falco nell'azione del quarto gol (1' st Piccioni 5: movimento, qualche spunto). SOLIGO 5.5: l'unico che dà qualche segnale di vitalità, si propone, prova ad allungare la squadra. TROISE 4.5: non doveva giocare a Agostinelli avrebbe fatto meglio a non schierarlo. Impresentabile. MAMEDE 5: svagato, sbaglia il controllo sulla palla a centro battuta da Di Napoli, si lascia travolgere dal ritmo e dalla veemenza avversaria. Ha il merito di riprendersi e di segnare il gol del 2-4. RUSSO 4.5: ma cosa ci fa il buon Sasà in una squadra che vuole vincere il campionato? La generosità e l'attaccamento alla maglia non sono sufficienti. DI NAPOLI 5.5: travolto anche lui insieme alla squadra, sparisce anche se dalle sue parti non arrivano palloni. Segna il gol numero tredici in campionato. CAMMARATA 4: aveva annunciato la sua voglia di spaccare il mondo. Gioca un primo tempo bruttisimo, si fa notare solo per i falli sui difensore avversari (1' st Ferraro 5: sarà un caso, ma quando lui non gioca la Salernitana va sempre in bambola). r.v.

Pastore: «Squadra troppo timorosa»
Ivano Pastore, capitano del Taranto, nonostante l'esaltante vittoria rimane con i piedi saldamente piantati a terra. «Sinceramente non mi aspettavo una Salernitana del genere. Mi aspettavo una squadra che venisse a Taranto a cercare il colpo del ko. Sono venuti qui un po' timorosi dell'ambiente e della nostra carica agonistica; penso che ricordavano anche la partita dell'andata, dove noi giocammo alla grande pur perdendo, e avevano un po' paura delle nostre ripartenze. Il primo gol ha scombussolato tutti i loro piani e poi noi abbiamo fatto una prestazione in crescendo per tutto il primo tempo. Comunque non credo che questa sia la vera Salernitana e sono convinto che rimane la favorita per il primo posto a chiusura del campionato». en.str.

LA CITTA' DI SALERNO
Ciclone Taranto, licenziato Agostinelli

Di Luigi Carrieri
TARANTO (4-3-2-1): Barasso 6; D’Alterio 7, Pastore 7 (33’ st Prosperi sv), Migliaccio 7, Colombini 7; Cavallo 7,5, Cejas 6,5 (27’ pt Marsili 6), De Falco 7; Cutolo 8, Zito 6 (17’ st Tesser sv); Plasmati 8. A disp.: Faraon, Ascenzi, Sciaudone, Zaccanti. All.: Cari 7,5.
SALERNITANA (4-4-2): Pinna 5; Ambrogioni 5, Fusco 4, Cardinale 4 (34’ pt Ciarciá 5,5), Milanese 5 (1’ st Piccioni 5); Soligo 5, Mamede 5,5, Troise 4,5, Russo 5; Di Napoli 5,5, Cammarata 4 (1’ st Ferraro 5). A disp.: Milan, Coppini, Di Deo, Turienzo. All.: Agostinelli 4,5.
ARBITRO: Calvarese di Teramo 6,5.
RETI: pt 32’’ Cejas (T), 32’ Plasmati (T), 43’ Cutolo (T), 45’ Plasmati (T); st 18’ Di Napoli (S), 40’ Mamede (S). NOTE: spettatori 3.800. Espulso Fusco al 32’ st per doppia ammonizione. Ammoniti: Soligo, Cardinale, Mamede, Fusco, De Falco. Angoli 6-3 per la Salernitana. Recuperi: pt 0’; st 5’
TARANTO. La Salernitana crolla, Agostinelli esonerato. I rossoblù schiantano 4-2 la capolista Salernitana in una gara che non ha storia. Quattro gol nel primo tempo, il primo dopo trentadue secondi veicolano i destini di un pomeriggio in cui i padroni di casa ritrovano il gusto di sperare in un posto nei playoff. In casa Salernitana si chiude, clamorosamente, l’era Agostinelli con uno stringato comunicato diffuso dalla societá due ore dopo la fine della partita. I salernitani, invece, devono rispondere a molti interrogativi.
La vittoria manca da quattro partite e il vantaggio sulle inseguitrici diminuisce sempre più. Soprattutto la posizione di Agostinelli comincia a non essere stabile, perché la sconfitta è clamorosa nei numeri, ma principalmente sotto l’aspetto tattico.
Il tecnico marchigiano, infatti, schiera una formazione incomprensibile, corretta tardivamente. Due punte fisse e un complesso di centrocampisti più votati alla distruzione del gioco, che non alla costruzione. Non c’è collegamento. Sorprendente l’assenza in partenza dell’esterno Ciarciá. Dal primo minuto esordisce Cammarata, ex di turno, beccato continuamente dal pubblico rossoblù. Cari non può schierare Mancini per motivi burocratici e affida le chiavi dell’attacco a Gianvito Plasmati, supportato da Zito e Cutolo. Bastano trentadue secondi al Taranto per sbloccare il risultato. Il tiro di Cejas dal limite, su respinta corta di Cardinale, trova l’angolino giusto. Le difficoltá della capolista si palesano soprattutto nella manovra di disimpegno. Il pressing ionico funziona e il gioco degli ospiti scorre in modo poco fluido. Il Taranto non frena la sua aggressivitá. Cutolo viene spesso fermato con il fallo dai salernitani. Meno brillante, invece, Zito. Cutolo, in particolare, è in una di quelle giornate in cui tutto può sgorgare dai suoi piedi. Dribbling e piroette: in una parola inarrestabile. Al contrario Di Napoli e Cammarata appaiono troppo isolati. La Salernitana non si scuote dal gol subìto a freddo. Anzi colleziona solo cartellini gialli. Ben tre in meno di mezzora. Il raddoppio è nella natura delle cose. Al 32’ Cutolo serve Plasmati che in piena area batte Pinna con un preciso destro. Agostinelli corre ai ripari. Inserisce Ciarciá e toglie il difensore Cardinale. Non basta. Il capolavoro si sublima al 43’. Cutolo serve Plasmati che di tacco gli restituisce la sfera. L’ex Verona punta verso Pinna e lo salta con uno splendido pallonetto: 3-0. Ma non è finita. Al 45’ De Falco ruba palla a centrocampo e fila verso il fondo. L’assist è per Plasmati che solo davanti a Pinna firma l’incredibile 4-0. La Salernitana ad inizio ripresa manda in campo Piccioni e Ferraro. I granata collezionano diversi calci d’angolo. Di Napoli si sbatte e realizza il gol che lenisce solo parzialmente le pene della capolista. La rete di Mamede del 4-2 rende il punteggio più digeribile. La sostanza, però, non cambia: la crisi della Salernitana è ufficialmente aperta.

LIRA TV SALERNO
Salernitana, domenica nera

Salernitana travolta dal Taranto, Agostinelli esonerato, Crotone e Gallipoli più vicine in classifica, a -4 dai granata: non è uno scherzo di Carnevale, ma il resoconto della domenica nera vissuta dalla squadra di Lombardi. Una giornata paradossale, che racchiude in poche ore una serie di episodi inverosimili. Non era mai capitato finora che la Salernitana subisse così tante reti in un solo incontro, non era mai stata incassata una sconfitta così cocente. Se a tutto questo si aggiunge anche la giornata positiva delle dirette concorrenti, con il Gallipoli che conquista la sua prima vittoria in trasferta e con Crotone, Ancona e Lucchese che si avvicinano a grandi passi, il quadro è davvero completo. Quella di Taranto doveva trasformarsi in una tappa di avvicinamento al traguardo finale ed invece si è rivelata un’autentica Caporetto per la truppa granata. In Puglia dopo 45 minuti di gioco la Salernitana rimane intrappolata nella ragnatela avversaria e subisce quattro sberle in pieno volto. La prima dopo appena 30 secondi di gioco. Cejas apre le danze, al resto ci pensano Cutolo, già a segno anche all’andata all’Arechi e Plasmati, l’ultimo arrivato in casa rossoblu e che brinda all’esordio addirittura con una doppietta. Neanche le reti di Di Napoli e Mamede servono nella ripresa a salvare la faccia, dopo il poco tempestivo il tentativo di Agostinelli di riparare al danno iniziale modificando lo schieramento in campo. L’indegno spettacolo non piace al presidente Lombardi, che decide per un esonero che sorprende poco. I due punti conquistati nelle ultime 4 partite con la capolista che non vince dalla prima di ritorno parlano chiaro. L’indecorosa battuta d’arresto è la classica “goccia”. Già da oggi l’imperativo è voltare pagina, per lasciarsi al più presto alle spalle il disastroso Carnevale granata e proseguire verso la mèta, senza giocare altri brutti scherzi… Francesca De Simone

L’addio di Agostinelli
Sognava già un’Arechi in festa per la promozione in B ed invece si ritrova a lasciare il lavoro a metà dell’opera. Da ieri pomeriggio Andrea Agostinelli non è più l’allenatore della Salernitana. La tappa di Taranto segna il capolinea della sua avventura sulla panchina granata. Il suo esonero probabilmente era nell’aria già dopo la sconfitta di Gallipoli, ma i risultati altalenanti delle altre dirette concorrenti fin qui avevano tenuto a galla il tecnico che per diverse giornate era riuscito a mantenere la Salernitana a debita distanza dalle inseguitrici. L’ultimo atto in terra pugliese si è rivelato invece fatale per la panchina di Agostinelli, vittima, tra le altre cose, della scellerata scelta di stravolgere all’ultimo momento la formazione anti -Taranto, puntando su Troise a centrocampo, Russo e Soligo esterni, lasciando in panchina Ciarcià e Piccioni. Non è la prima volta che le scelte di Agostinelli seminano perplessità tra i tifosi. Questa volta però il risultato finisce per umiliare eccessivamente la Salernitana, spingendo la società a decidere per un ribaltone auspicato da tempo da parte della tifoseria. Già l’arrivo a Salerno di Agostinelli era stato accompagnato da un alone di scetticismo, per i tanti esoneri che caratterizzano la carriera del tecnico marchigiano. Sulla panchina granata ha provato in tutti i modi a far cambiare idea a chi lo reputava inadatto a condurre la squadra in B. Per 22 partite Agostinelli ha raccolto critiche di ogni genere senza mai battere ciglio. Alla fine non riesce a portare a termine l’operazione riscatto e non gli resta che lasciare Salerno in punta di piedi, così com’era arrivato, senza veleni e polemiche, mettendo in valigia un pizzico di amarezza, inevitabile… Francesca De Simone

RAZZA IRNO
Crollo della Salernitana nella trasferta di Taranto, e stavolta le dirette concorrenti ne approfittano riducendo a quattro punti lo svantaggio dai granata. Gli strampalati piani tattici di Agostinelli, che rinuncia agli esterni titolari per proporre un centrocampo pieno di incontristi, vengono immediatamente fatti saltare in aria dal gol di Cejas dopo soli 30 secondi. Bel tiro del centrocampista argentino che indovina l'angolo basso alla destra di Pinna. La Salernitana è inesistente in campo, nessuno dei giocatori schierati da Agostinelli è in grado di costruire calcio, Troise e Mamede al centro, Soligo e Russo sulle fasce sono sempre stati in balia degli avversari che con Cutolo, Cejas e De Falco hanno fatto il bello e cattivo tempo. Logica conseguenza sono stati i gol di Plasmati, su assist di Cutolo, dello stesso fantasista pugliese con un tocco sotto porta e nuovamente del centravanti rossoblù proprio allo scadere. Il secondo tempo si è aperto con le sostituzioni di Milanese e Cammarata con Piccioni e Ferraro. Il Taranto ha remato i remi in barca gestendo il pallone e concedendo poco e niente ai demotivati granata. Ciarcià, subentrato già nella prima frazione al posto di Cardinale, è stato l'unico a dare l'impressione di voler fare qualcosa, dal suo piede l'assist per Di Napoli che ha insaccato di testa. Ma la partita, ormai, non aveva più senso e gli ultimi due episodi di cronaca sono l'espulsione di Luca Fusco e l'effimero 4-2 di Mamede. La partita è stata un vero e proprio incubo, la sensazione di perderla si è avuta immediatamente, fin dalla lettura delle formazioni. E' inspiegabile rinunciare a priori a qualunque forma di partita propositiva, schierara Troise a centrocampo significa concedere un vantaggio enorme agli avversari che non si devono preoccupare di "spegnere" le fonti di gioco. Domenica è il vero crocevia della stagione con lo scontro diretto contro la Lucchese, partita nella quale mancheranno gli squalificati Fusco e Mamede.

Quattro schiaffi alla capolista

Da quanto tempo dicevamo che mancava un attaccante? Anni?
Non siamo tecnici ma era evidente anche ai più distratti che il Taranto aveva bisogno di un attaccante che sapesse fare sponda e tenere alta la squadra.
Ieri Plasmati ha dimostrato di saper fare gol, entrambi con bei gesti tecnici che non ti aspetti da uno spilungone alto due metri. Non solo: spizzicate di testa e ali che hanno spezzato le gambe ad una capolista giunta allo Iacovone in piena crisi d’identità. Ma non togliamo meriti al Taranto che sono indiscutibili.
Sprazzi di memoria ci riportano al Taranto di Riganò: il gioco era quello… i paragoni sono improponibili ma finalmente avere la soddisfazione di vedere una punta di area e di movimento fa pensare a quanto tempo abbiamo perso dietro improponibili formule tattiche e scelte sbagliate in fase di mercato. Il problema è non avere un’alternativa a Plasmati ma… antichi vizi e nuove virtù.

UN UOMO CHIAMATO CAVALLO
Ieri la sua ammonizione era data a 0,50. E’ il calciatore più ammonito di tutta la terza serie, girone settentrionale compreso. Ma ci mette l’anima. Nel primo tempo è stato devastante sia nella corsa che nella distruzione del gioco altrui. Chi si ricorda un tal Mazzaferro sa di cosa parliamo.
Cuore, polmoni e anima. E’ il nuovo beniamino della tifoseria rossoblu.

UN NUOVO CAPITANO
Gioca Pastore? Ha giocato e il problema non si è posto. Ma il dubbio su chi avesse dovuto mettere la fascia del capitano ci ha preso un po’ nel pre-gara. De Liguori ormai è storia passata. Ma chi meglio di Colombini può prendersi quella fascia? E così è stato.
Ancora ce lo ricordiamo nel post Avellino andarsi a beccare con quei quattro idioti che vennero fin sotto il settore a sfottere. Un patrimonio da non lasciarsi sfuggire. Rinnovo, please.

CUTOLO E I SORCI VERDI
Ha un conto in sospeso con la Salernitana?
All’andata fece vedere i sorci verdi con quella doppietta all’Arechi vanificata solo da un gran gol di Di Napoli allo scadere e al ritorno… è una furia scatenata. Non sbaglia niente e realizza il terzo gol con colpo sotto e regala a Pinna l’ennesima umiliazione. Quando vede granata Tutolo si trasforma. Dategliene ancora.

CARI...CHI DI MERAVIGLIE
Se ne sono andati a casa i salernitani. Questa volta Cari non sbaglia niente e gliene va dato atto. Chissà se il Taranto ha finalmente trovato tatticamente la quadratura del cerchio. Servono conferme contro l’Arezzo.

Capolista abbattuta e umiliata

4-0 nel primo tempo. Una partita senza storia.
Un Taranto tritatutto umilia letteralmente la capolista Salernitana e regala fiato alle speranze play off. Plasmati si presenta con una doppietta ma è tutto il Taranto ha disputare una partita superlativa. Rientra Cejas, fuori Prosperi. De Falco in grande spolvero e Cavallo che si erge a guerriero spartano. E meno male che mancava Mancini e in attesa di Emerson e Carrozza…

PREPARTITA
Ci ritroviamo in sede per un aperitivo vigoroso. E’ mezzogiorno ma la tensione pre-gara l’avvertiamo tutta. Dopo aver spazzolato tutto ci muoviamo in direzione Iacovone con le auto. Il parcheggio antistante la Nord sarà praticamente deserto. Il prefiltraggio parte dalla gradinata e il solito massiccio dispiegamento di forze dell’ordine sorveglia il tutto.
Ci sono tante abbonati di curva con il biglietto in mano. Altri che proveranno a passare con l’abbonamento: nessuna diretta tv potrà mai regalare le emozioni che solo lo stadio e il profumo dell’erba del campo possono dare. Un piccolo momento di raccoglimento davanti la statua di Erasmo Iacovone e siamo pronti alla nostra Taranto-Salernitana.

INGRESSO IN GRADINATA
Il prefiltraggio passa regolarmente. Alle porte gli stewards si ingrippano a controllare se sull’abbonamento c’è scritto gradinata o curva. La differenza è minima e tanti ragazzi vengono respinti nonostante non stiano rubando assolutamente nulla.
Una volta dentro il settore vedremo tanti volti noti, anche abbonati di curva. Il settore inferiore si riempie mentre l’anello superiore è abbastanza pieno ma non c’è il “sold out”. Ci sistemiamo nella postazione “forzata” dell’anello superiore e appendiamo il nostro omaggio a Erasmo Iacovone: IACO UNICA BANDIERA su un drappo rossoblu.
Avremmo voluto fare molto di più ma disposizioni deliranti, illiberali e anticostituzionali non ce lo consentono.
Le disposizioni sono chiare: con le squadre in campo i cori solo per Erasmo: Iaco, Iaco, Iacovone. I brividi vengono spontanei.

SETTORE OSPITI VUOTO
Il calcio è anche e soprattutto campanile. Taranto-Salernitana senza i gemelli dei baresi ha il sapore di una minestra insipida. Proibire la trasferta a Taranto dei tifosi granata è dichiarare una sconfitta senza condizioni di chi è preposto a garantire l’ordine pubblico.

LE SQUADRE IN CAMPO
Curva nord chiusa per la seconda domenica di sei di squalifica. Entrano le squadre in campo. Dalla parte lato curva nord della gradinata parte una piccola cartata. Noi insistiamo con cori in memoria di Erasmo Iacovone. Lo speaker dello stadio annuncia le formazioni e omette volutamente il nome di Cammarata.
Il Taranto è in campo: non c’è spazio per altro che il sostegno. Tra i cori, ovviamente, non potevano mancare ricordi e fischi a Cammarata e a Blasi per la genialata di escludere gli abbonati di curva da qualsiasi tipo di agevolazione.

GRANDISSIMO PRIMO TEMPO
Cejas, poi Plasmati, poi Cutolo, poi di nuovo Plasmati.
Siamo a carnevale ma lo scherzo se l’è preso tutta la Salernitana. Il Taranto annienta letteralmente la capolista con una prova maiuscola sotto tutti i punti di vista. Grinta, cattiveria, velocità. Da stropicciarsi gli occhi. Pronti via e Pinna deve raccogliere il primo pallone dalle spalle grazie a una botta di Cejas che in controbalzo esplode un ordigno dei suoi e va esultare sotto una curva vuota.
Non basta: la Salernitana non reagisce e accumula solo cartellini gialli. E’ il Magico a fare il match con progressioni ficcanti. Esce l’autore del primo gol per il riacutizzarsi di un dolore al polpaccio ed entra Marsili. Il Taranto conquista tre corner consecutivi e mette all’angolo la capolista. Al trentesimo arriva il raddoppio grazie ad una bella azione di Cutolo per Plasmati che prima controlla e poi beffa Pinna in agilità. Lo stadio crolla e Plasmati viene a festeggiare togliendosi la maglietta e beccandosi un ammonizione.
La Salernitana è groggy, il Taranto esuberante e voglioso. Passano nemmeno dieci minuti e il Magico fa tris: Cutolo (superlativo) scambia con Plasmati e con un colpo sotto mortifica Pinna e porta a tre i gol di vantaggio dei rossoblu. Ci guardiamo negli occhi increduli ma non basta: il delirio viene raggiunto quasi allo scadere quando Plasmati fa poker grazie anche al solito Cutolo che gli serve un pallone invitante e con un preciso rasoterra sulla destra fa piegare Pinna per la quarta volta. La difesa della Salernitana è in bambola mentre dagli spalti si alza il coro al cielo “uccideteli”, come ad umiliare la Salerniata e i suoi trascorsi.

CAMMARATA
Chi ci legge con attenzione sa che non andiamo appresso ai giocatori. Sono professionisti e come tale è legittimo che cambino maglia, anche nel corso della stagione. Non solo: quando non esultano per un gol alle ex squadre, per noi è una mancanza di rispetto per i nuovi tifosi.
Detto questo, noi contestammo Cammarata in Taranto-Pistoiese perché, tesserato del Taranto, chiese a Cari di non essere convocato. Una grave mancanza di rispetto. Lo sapevano tutti che avrebbe dovuto andare a Salerno ma fino all’ultimo minuto devi buttare il sangue per quei colori che appartengono a noi, non ai Blasi di turno. Che poi sia andato a Salerno sono stracazzacci suoi.
Non contento, ha dichiarato ai giornali campani che avrebbe esultato in caso di gol al Taranto.
Cammarata rimane in panca nel secondo tempo, non segna e regala una prestazione incolore. Nel primo tempo è sommerso dai “buuu” di tutto lo stadio che lo apostrofa alla stregua di un traditore.
Crediamo di aver perso solo tempo e fiato questo pomeriggio con Cammarata. Ad malora.

SECONDO TEMPO
Nella Salernitana entrano Ferraro e Piccioni per Milanese e Cammarata. Di Napoli regala perle di spettacolo puro e i granata si avvicinano pericolosamente dalle parti di Barasso.
Intorno al ventesimo la Salernitana accorcia proprio con Di Napoli che raccoglie di testa e supera Barasso. Di Napoli è ancora pericolosissimo con una punizione defilata dal limite: spara una bordata e Barasso dovrà superarsi per mettere fuori.
E’ la Salernitana che cerca il riscatto ma non riesce a passare. Introno al trentesimo i granata rimangono in dieci per il doppio giallo al capitano Di Fusco. E’ il Taranto che si rende ancora una volta pericoloso con Tesser che da pochi passi invece di colpire a affondare il relitto granata ha uno scatto di altruismo e serve Plasmati che non si aspettava tanta grazia.
Gol sbagliato, gol subito: Ferrara di testa (ancora una volta) supera Barasso e porta il risultato ad essere meno cruento. Al triplice fischio finale è tripudio.

03 febbraio 2008

Taranto: prova di forza

Arrivano i gemelli dei baresi ma grazie alle genialate di Blasi anche una partita così attesa perde fascino. Fuori Mancini e D’Acol (misteriosa la sua assenza tra i convocati), recuperato Cejas, il Taranto affronta la corazzata di Pinna e del fresco ex Cammarata, preferito a Ferraro. Chiuse le curve, diretta televisiva per motivi di ordine pubblico.


Iaco, Iaco, Iacovone: 30 anni sono pochi per dimenticarti.

Quando Blasi non ci sarà più sarà ricordato come il presidente che riuscì a far disamorare un pubblico passionale come quello di Taranto. Indubbi i meriti sportivi, verrà ricordato per altro. Se lo ricorderanno per sempre gli abbonati di curva, per esempio.
Nonostante la chiusura delle due curve, i biglietti limitati in giro e il divieto degli abbonati di qualsiasi forma di rispetto, non c’è stata la corsa al biglietto. Nonostante la capolista e le tribune in mano a tanti tifosi ospiti e i tantissimi motivi di interesse che una gara del genere poteva muovere. Pinna e Cammarata con la maglia granata, per esempio. O il mancato transfert di Mancini, giusto per far capire quali sono le priorità di Blasi.
E’ una partita dai tanti aspetti: Mancini e Zito finiti al Siena, la società che ha dato in prestito Di Napoli alla Salernitana che può ritenersi una società assai vicina a quell’universo Gea così discusso. Il suo direttore sportivo, Fabiani, è sotto inchiesta per aver fatto da postino di Moggi nel consegnare schede telefoniche. Intrecci stani, insomma, proprio alla vigilia di una partita così importante.
Sarà l’occasione di vedere finalmente Plasmati: dopo tanti patimenti e bolli, finalmente all’esordio l’unico attaccante di ruolo (sempre che qualcuno si ostini a considerare Ascenzi un attaccante) e il ritorno di Prosperi a dare man forte al reparto arretrato.
C’è la diretta televisiva su Rai Tre per le zone di Taranto e Salerno, nonché sul digitale terrestre e sat di Conto Tv per i fuorisede (bisogna acquistare una scheda prepagata e subirsi i sorrisini di chi vi scambierà per il rattuso di turno…).
Nonostante tutto ci dispiace non vedere i gemelli dei baresi allo Iacovone. Il calcio è fatto di passione, sentimenti ma anche campanile. La rivalità con la Salernitana è inferiore solo a quella dei gemelli innominabili. Proibire ai granata la trasferta a Taranto è una sconfitta senza attenuanti di chi non riesce a gestire l’ordine pubblico per una partita di calcio. Non solo: pare che verrà precluso a tutte le tifoserie ospiti far visita allo Iacovone. Delirio su delirio. Fortunatamente noi potemmo andare all’Arechi.

UN GIRONE FA

Con un’invenzione del suo fuoriclasse a due minuti dal novantesimo, la Salernitana porta a casa i tre punti dopo una partita tiratissima e senza esclusione di colpi. La Salernitana in avanti ha un certo Di Napoli e un certo Ferraro. Vuole andare in serie B e lo dimostra. Da parte nostra tanta buona volontà e un Taranto che ha fatto la sua gara a viso aperto senza mai disunirsi e che per lunghi tratti di gara ha fatto vedere i sorci verdi alla corazzata granata.
Dopo una partita del genere non ci sentimmo di muovere alcuna critica al Magico: le sconfitte sono sempre amare ma, all’Arechi, solo applausi per i rossoblu.
L’ARRIVO ALL’ARECHI
In estrema tranquillità. All’uscita dalla tangenziale troveremo un massiccio spiegamento di FDO: come per la scorsa stagione, ci indirizzano verso una stradina stretta che costeggia la zona industriale. Sbucheremo senza problemi nel settore ospiti.
Diverse macchine arriveranno a Salerno, altre ancora girovagheranno per Pontecagnano e Bellizzi ma nulla da segnalare.
Un plauso meritato al servizio d’ordine: efficiente e discreto.
STADIO ARECHI: UNO SPETTACOLO
Lo stadio Arechi è uno spettacolo. Uno stadio per il calcio come il vetusto Iacovone. Entrare nel settore e vedere una muraglia umana avversaria dà una scarica di adrenalina. Dopo tante trasferte insulse, finalmente torniamo a Salerno alla grande. Saremo poco meno di cinquecento. Come sempre accade in queste occasioni, il Magico è seguito da chi ci tiene veramente alla maglia.
Poco meno di cinquecento ma buoni. Cori possenti, partecipati, vigorosi. Il settore, poi, aiuta molto. Tanti cori di scherno, insulti a tutta forza, qualche bomba carta, un fumogeno e un “pensiero” al direttore di Studio 100 da parte degli E.A.M. ma null’altro da segnalare.
La curva sud si presenta abbastanza piena (complice la chiusura dei distinti) ma anche la tribuna non sfigura. Da segnalare un enorme striscione per Ciccio Rocco, uno dei capi della Sud, alle prese con un sfida molto più importante di una partita di calcio. Un “in bocca al lupo” sincero da parte nostra e rispetto dal settore ospiti.
Quando la Sud partiva compatta erano dolori. Ma è successo di rado. Diecimila e più i tifosi granata. Noi siamo partiti molto prima del fischio iniziale e abbiamo intonato i cori di sempre. Questa volta molto orgoglio e sostegno alla maglia che cori inutili contro le Fdo.
Nel nostro settore gli ultras di casa li abbiamo sentiti un paio di volte durante il primo tempo e dopo il terzo gol. A testimonianza di un tifo nostro costante.

02 febbraio 2008

Uno spettacolo per pochi

Chiusa la Sud. Chiusa la Nord. L'abbonamento vale quel che vale. Diretta tv decisa per forza di cose e pochi spettatori presenti nonostante i 30 anni dalla morte di Erasmo. E' il calcio moderno. Ci avete rotto il calcio, davvero.

NEWS:Taranto-Salernitana in diretta in chiaro su Rai 3 per le zone di Taranto e Salerno.


Taranto-Salernitana per pochi. La visita dei fratelli dei baresi allo Iacovone passa in secondo piano, perchè visita non sarà, almeno non in via ufficiale. Il settore ospiti è chiuso per ordine dell'Osservatorio sui salernitani che prende atto della storica contrapposizione tra le tifoserie del Taranto e della Salernitana e determina l'annullamento dei biglietti a loro destinati (pertanto convertibili per particolari categorie di spettatori come famiglie, ragazzi delle scuole, associazioni di anziani, etc.) e vendita di un solo biglietto ciascuno e solo per Taranto e provincia.
Al contempo si terranno sotto controllo le tifoserie di Juventus e Livorno a causa dell'utilizzo di fumogeni. Sempre al contempo trapela la notizia che il settore ospiti dello Iacovone potrebbe rimanere chiuso fino alla fine del campionato.
Il calcio moderno, bellezza.

La società mette sul mercato i biglietti disponibili e molti abbonati della Nord si infuriano annunciando la volontà di rivalersi in ogni sede. I salernitani rimangono ufficialmente a casa ma qualcuno di loro potrebbe accomodarsi in tribuna per seguire la partita o semplicemente per essere presente a un evento sportivo, da libero cittadino in contestazione con delle disposizioni le cui basi di partenza rasentano l'orlo dell'incostituzionalità per stessa ammissione dei politici.

Taranto-Salernitana è una partita dal sapore di B per il blasone delle due tifoserie.
Ma Taranto-Salernitana è la prima partita casalinga di febbraio e come da tanti anni a questa parte è dedicata alla memoria di Erasmo Iacovone, quest'anno sono trenta e per onorare la sua memoria bisogna chiedere l'autorizzazione. Taranto-Salernitana è la partita della rottura anche per chi finora era stato scettico sulla contestazione a Blasi e la sua compagnia. Taranto-Salernitana molti la vedranno in tv, come calcio-moderno comanda, come portafogli comanda (e tanti saluti all'abbonamento). Taranto-Salernitana si gioca senza tifosi ospiti e con la Nord chiusa a tutti per degli incidenti provocati da pochi, non importa se già individuati e condannati pesantemente.
Spalti semivuoti e costosi e molti a casa, davanti alla tv forzata per potenziali problemi di ordine pubblico.

Questa Taranto-Salernitana rispecchia in pieno il concetto di calcio moderno e c'è poco da festeggiare, poco da essere ansiosi, poco da osservare e invece molto su cui dissentire.

L'articolo 21 parla chiaro
esporre il mio pensiero non è reato

CI AVETE ROTTO IL CALCIO

01 febbraio 2008

Blasi e le “mani legate”

Il Taranto chiude il mercato con un attivo importante e una squadra rafforzata in ogni reparto. In altri tempi ci sarebbe da complimentarsi e invece la sensazione è di totale smobilitazione. Per autocombustione.

Tutti i giornali di oggi fanno un resoconto del mercato e tutti concordano che il Taranto abbia fatto cassa. Una scelta legittima, se vogliamo, perché le società di calcio marginali come la nostra devono finanziarsi così, soprattutto quando vengono meno diversi presupposti: incassi in primis e sponsor vari. Perché non possiamo nasconderci dietro un dito che la stagione al di sotto delle aspettative e certe scelte discutibili hanno allontanato, di fatto, tutti gli sponsor.
Da quello che ci risulta la Siel non rinnoverà e altrettanto farà la Raffo, dopo lo “sgarro” del Raffo Fest in piazza Garibaldi post Salernitana-Taranto in cui i calciatori del Taranto, ospiti d’onore della manifestazione, diedero buca.
Con una squadra che fino ad adesso ha arrancato, sono andati a farsi benedire tutti i buoni propositi come il merchandising griffato B&B e i vari sponsor a Taranto Channel e di cartellonistica allo stadio che, di fatto, non portano cassa in quanto troppo onerosi e con un richiamo assai modesto.
Blasi, quindi, “costretto” a fare cassa. Anche perché il presidente è consapevole di aver fatto terra bruciata attorno a lui e l’ultima mossa di far pagare gli abbonati di curva ha definitivamente gettato la maschera sulle prospettive prossime venture. Perché Blasi sa che dopo questa stagione assai particolare (per usare un eufemismo), gli abbonamenti della prossima stagione caleranno drasticamente e, con essi, il cash flow che ha permesso alla società di fare l’ultimo mercato estivo. Non solo. Mollando tutti il 30 giugno la patata bollente dei costi di messa a norma dello stadio in base al decreto Pisanu passeranno ai nuovi potenziali acquirenti e tanti saluti a tutti.
Alla fine del mercato, quindi, il Taranto chiude con un attivo di circa un milione di euro e una squadra rinforzata in ogni reparto tranne in attacco dove i vizi di sempre non hanno permesso un effettivo salto di qualità. Rinforzato rispetto alla squadra che arranca a sei punti dalla griglia play off e costruita da Evangelisti: sarà il campo a dare la risposta definitiva perché i dubbi di una squadra costruita senza un criterio logico persistono eccome. Non esiste un’alternativa a Plasmati e su Plasmati bisogna costruire un nuovo impianto di gioco: a girone di ritorno abbondantemente iniziato non è una prospettiva assai lungimirante. Non solo: l’Arezzo ha preso Chianese (un altro di quelli col “bollo”) e il Pescara si è rinforzato: la concorrenza aumenta e il gap con le prime posizioni resta ampio.
Questo mercato, in condizioni normali, potrebbe passare anche come uno dei migliori dell’era Blasi. Ma la sensazione si smobilitazione per autocombustione si avverte in maniera massiccia.